Sono nata il ventuno a primavera
Alda Merini poetessa simbolo del Novecento
Nata il 21 marzo 1931 a Milano, l'autrice di "Terra Santa" ha segnato la letteratura italiana con i suoi capolavori in versi, scritti sin dall'età di 16 anni. Tra turbamenti e crisi mistiche, è stata rinchiusa in manicomio per lungo tempo. Ciò non le ha impedito di ottenere un meritato successo e numerosi riconoscimenti, che l'hanno consacrata come una delle più importanti figure del secolo scorso
Imprevedibile, intensa, mistica ed erotica.
La voce e le parole di Alda Merini, poetessa e scrittrice simbolo del Novecento, risuonano ancora a 93 anni dalla nascita. "Sono nata il ventuno a primavera / ma non sapevo che nascere folle, / aprire le zolle / potesse scatenar tempesta" scrisse ripensando a quel 21 marzo 1931 a Milano, quando venne al mondo da Emilia Painelli e Nemo Merini
Alda cominciò da giovanissima, all'età di 16 anni, a comporre le prime poesie semplici, lineari e di pochi versi, incontrando subito il favore dei lettori. A sottoporre le sue prime liriche allo scrittore e politico Angelo Romanò (che le fece leggere a quello che è considerato il suo scopritore, il critico letterario Giacinto Spagnoletti) fu Silvana Rovelli, cugina della poetessa Ada Negri
La sua vita fu assai difficile già in età adolescenziale, con turbamenti e crisi mistiche. Nel 1947 venne internata per la prima volta nella clinica Villa Turro a Milano, in cui rimase per circa un mese. Nel 1953 uscì la sua prima raccolta, La presenza di Orfeo, pubblicata da Schwarz: fu un successo di pubblico e critica. In quegli anni incontrò anche lo scrittore Giorgio Manganelli, al quale fu legata sentimentalmente per un periodo
Terminata la relazione con Manganelli, il 9 agosto 1953 sposò Ettore Carniti, operaio e sindacalista, in seguito proprietario di alcune panetterie di Milano. Nel 1955 muore suo padre e nasce la sua prima figlia, Emanuela, seguita dalla secondogenita Flavia nel 1957. In quegli anni Alda Merini pubblicò altre quattro raccolte
Poi cominciò il periodo di silenzio, con l'internamento nell'ospedale psichiatrico Paolo Pini dal 1964 al 1972. Uscì dalla struttura solo per brevi periodi, durante cui nacquero la terza figlia Barbara (1968) e la quarta Simona (1972). Tornò a scrivere nel 1979, con il capolavoro Terra Santa (in stampa nel 1984), in cui raccontò gli anni in manicomio:"Ho conosciuto Gerico / ho avuto anch'io la mia Palestina, / le mura del manicomio / erano le mura di Gerico / e una pozza di acqua infettata / ci ha battezzati tutti"
Dopo la morte del primo marito, nel 1984 sposò il poeta ed ex primario di cardiologia Michele Pierri, con cui trascorse un periodo a Taranto prima di tornare a vivere a Milano, sui Navigli. La poetessa trovò rifugio nel Caffè Chimera e nei suoi versi, in anni prolifici dal punto di vista letterario. Nel 1986 scrisse il suo primo libro in prosa L'altra verità. Diario di una diversa, ripubblicato da Rizzoli in un'edizione ampliata nel 1997 e riproposto con due poesie inedite
Proposta nel 1996 per il premio Nobel per la Letteratura dall'Académie française, è stata anche vincitrice di numerosi riconoscimenti tra cui il Viareggio, il Procida-Elsa Morante, il Librex-Guggenheim Eugenio Montale per la Poesia e, nel 1999, il premio della Presidenza del Consiglio dei ministri per la Poesia (conferitole da Carlo Azeglio Ciampi)
L'immagine di Alda Merini fu contraddistinta anche dalla collana di perle sempre al collo e dall'immancabile sigaretta, che la poetessa celebrò in alcuni versi di Ballate non pagate (1995):
"Apro la sigaretta / come fosse una foglia di tabacco / e aspiro avidamente / l'assenza della tua vita".
Famosi anche i suoi Aforismi e magie (1999), raccolti da Rizzoli con i disegni di Alberto Casiraghi, l'editore delle Edizioni Pulcinoelefante nonché grande amico della poetessa, che a sua volta ne pubblicò molti in piccoli libricini numerati
Più volte ospite del Maurizio Costanzo Show, che la consacrò come grande figura mediatica, negli ultimi anni di vita fu protagonista di una serie di apparizioni teatrali. Nel 2004 le sue parole diventarono musica, cantate da Milva nell'album Milva canta Merini, in cui viene condensata in versi la vita della poetessa. Sempre in questo periodo, da citare le poesie contenute in Superba è la notte (2000)
Alda Merini morì l'1 novembre 2009, all'età di 78 anni, nel reparto di Oncologia dell'ospedale San Paolo di Milano. Quella sera sotto il nosocomio le fece idealmente compagnia un piccolo gruppo di artisti milanesi. Dopo i funerali la poetessa fu tumulata al cimitero Monumentale di Milano, nella Cripta del Famedio, dove riposa ancora oggi