Gian Maria Volonté: un artista che visse senza compromessi
Gian Maria Volonté ci ha lasciati il 6 dicembre 1994, colpito da un infarto in Grecia, durante le riprese de Lo sguardo di Ulisse di Theo Angelopoulos, all'età di 61 anni. Figura iconica del cinema italiano, eccelse nel coniugare talento attoriale e impegno civile, diventando simbolo di un'arte ribelle.
L’impegno civile e politico
Volonté militò nel P.C.I. fino al 1977, eletto consigliere regionale nel Lazio nel 1975, si dimise sei mesi dopo per preservare la sua indipendenza critica contro la "partitocrazia". Partecipò a battaglie operaie, scioperi e manifestazioni per i diritti dei lavoratori, producendo documentari come Documenti su Giuseppe Pinelli (1970) con Elio Petri.
Aiutò clandestinamente l'amico Oreste Scalzone a fuggire in Corsica nel 1981, sfidando le autorità durante il “Processo 7 Aprile” (serie di processi penali contro membri e presunti simpatizzanti di Autonomia Operaia). Il suo attivismo lo portò a rifiutare ruoli commerciali, come in Metti una sera a cena, per non tradire i suoi principi.
L’approccio intellettuale
Contro i costumi conformisti degli anni '60 e '70, Volonté abbracciò un approccio eretico: studiava i personaggi in profondità, rifiutando il mero virtuosismo per un' "esperienza sulla pelle" che comunicava verità scomode. Influenzato da Camus e Sartre, contestò la censura Rai su Caravaggio (1967) e tentò di mettere in scena Il Vicario di Hochhuth contro Pio XII, proponendolo poi come lettura drammatica.
Nei western di Leone e nei film di Rosi e Petri, incarnò figure di potere corrotto, dal magistrato de Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto all'operaio de La classe operaia va in paradiso, criticando la società italiana con uno sguardo lucido e non allineato.
L’eredità nel cinema civile
Attraverso ruoli in Uomini contro, Sacco e Vanzetti e Cristo si è fermato a Eboli, elevò il cinema d'impegno a forma di resistenza culturale, vincendo diversi premi (i più significativi a Berlino e Cannes). La sua presenza magnetica, come disse il regista Francesco Rosi, "rubava l'anima ai personaggi", rendendolo attore-uomo in prima linea contro i pregiudizi.
Oggi ricordiamo Gian Maria Volonté, un artista che visse senza compromessi.
Stefano Superchi








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