A Milano un nuovo murale per onorare otto donne pioniere del femminismo
Inaugurato il 26 settembre a Milano (in via Tranquillo Cremona) un murale monumentale realizzato dall’artista Pablo Pinxit dal titolo “8 donne straordinarie”.
Tra Ottocento e Novecento le protagoniste dell'opera murale, anticipatrici dei diritti civili, lottarono per l’emancipazione femminile e la costruzione di una società più equa.
L’opera vuole omaggiare e conservare la memoria di un gruppo di donne che, tra attivismo e attività intellettuale, hanno posto le basi del femminismo italiano.
Sono Anna Kuliscioff, Maria Montessori, Alessandrina Ravizza, Laura Solera Mantegazza, Ersilia Bronzini Majno, Ada Negri, Rosa Genoni e Sibilla Aleramo.
Il murale, realizzato con tecnica mista in stile neo-pop, contiene un QR code che consente ai passanti di ascoltare le biografie delle protagoniste dell’opera, arricchite dall’approfondimento storico e visivo a cura di Clara De Andreis e Greta Rovere.
L’intervento, curato da Christian Gancitano con la supervisione di Margherita Majno, sorge in un luogo significativo: la facciata delle mura di cinta di Casa Majno, progettata nel 1928 dall’architetto Pier Giulio Magistretti per Edoardo Majno, figlio di una delle protagoniste celebrate nel murale.
Le straordinarie protagoniste del murale milanese.
Anna Kuliscioff (1857–1925), “la Dottora dei poveri”, ginecologa tra le prime in Italia, curò gratuitamente donne e operaie; punto di riferimento del socialismo italiano (insieme a Filippo Turati), Anna Kuliscioff fondò la rivista Critica Sociale e lottò per il suffragio universale e l’emancipazione femminile.
Ada Negri (1870–1945) fu la prima donna ammessa all’Accademia d’Italia come letterata, usò la poesia e la parola pubblica come strumenti di impegno civile e sociale.
La scrittrice Sibilla Aleramo (1876–1960), scrisse il grande romanzo femminista Una donna, un manifesto di libertà ricavato da una dura esperienza personale e base di un lungo attivismo, che diventò la prima espressione esplicita di rivendicazione femminista in Italia.
La dottoressa Maria Montessori (1870–1952) rivoluzionò la pedagogia valorizzando l’autonomia e la creatività dei bambini.
Ersilia Bronzini Majno (1859–1933), fondò il celebre Asilo Mariuccia, per le bambine in difficoltà; fu anche fondatrice e guida dell’Unione Femminile Nazionale, oltre che prima donna consigliera dell’Ospedale Maggiore.
Nell’Unione, lavorò a stretto contatto con donne come Alessandrina Ravizza (1846–1915), la cosiddetta “Contessa del brodo”, che fondò cucine popolari e ambulatori e promosse l’istruzione femminile (fu vicina a Boccioni e ai Futuristi)
A cooperare con l’Unione, battendosi per la formazione e il lavoro delle donne, fu anche la stilista Rosa Genoni (1867–1954), docente e prima donna a parlare di “moda nazionale” trasformando l’atelier in luogo di emancipazione femminile.
Attenta al riscatto femminile e infantile fu anche Laura Solera Mantegazza (1813–1873), fondatrice del primo asilo nido italiano e della prima scuola professionale femminile laica. Attiva nel Risorgimento, sostenne Garibaldi e Mazzini ed è stata la prima donna a entrare nel Famedio di Milano. È stata l’ideatrice delle celebri camicie rosse dei garibaldini.
Stefano Superchi