L’incubo reale della rigenerazione urbana: Milano Horror Stories
Il fumetto, per sua natura, fatica a stare al passo dell’attualità, per i tempi tecnici richiesti dal disegno e dalla stesura di un racconto. Il giornalismo a fumetti, salvo eccezioni, ha trovato la propria via nell’approfondimento. Ma c’è una forma che riesce a mantenersi a stretto contatto con la cronaca del presente, è la satira: immagini e parole condensate in una o poche rappresentazioni capaci di restituire uno scorcio di realtà. Nei casi più riusciti, si ottiene una parodia così intensa dell’attualità, che sembra sia quest’ultima a ispirarsi alla satira e non viceversa, specialmente quando la situazione riesce a superare nel grottesco la più vivida delle fantasie: è quello che è successo con Milano Horror Stories – Incubi dalla rigenerazione urbana di Hurricane Ivan.
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Ivan Manuppelli, aka Hurricane Ivan |
Sono strisce che prendono di mira le politiche urbane milanesi, lasciando trasparire esasperazione e una certa urgenza. Una rappresentazione grottesca e iperbolica, divertente ed esagerata, che poteva sembrare persino troppo critica.
Torniamo al fumetto, con la consapevolezza che gli “incubi” che descrive possono dimostrarsi più veri del vero.
Milano è caduta nelle mani dei “succhiasuolo”, vampiri che si nutrono di suolo pubblico e cemento: edificano dove possono grattacieli di lusso per i loro nidi, spazi esclusivi abitabili solo da chi ha un reddito alto, che viene prontamente consumato da queste avide creature. Per chi non se lo può permettere il destino è diverso: soccombere alla fame insaziabile dei vampiri, essere vittima dei loro giochi feroci, diventare a loro volta edifici messi a valore, oppure ancora essere eliminati e sostituiti da una copia entusiasta della way of life milanese, consumatori di apericene spremuti e digeriti dalla città.
L’aspetto in cui forse si esprime al meglio l’inventiva di Hurricane sono le metafore, capaci di dare vita a parallelismi audaci. A Milano, infatti, la riqualificazione non riguarda solo quartieri ed edifici, ma anche le persone: i cambiamenti urbani condizionano direttamente il corpo degli abitanti, ne asportano delle parti e ne impiantano altre, generando mostri grotteschi dediti al consumo, promotori e vittime allo stesso tempo di uno stile vita.
Questo modello di sviluppo urbano, infatti, non sembra interessato a produrre vittime e oppressori, ma vuole integrare i cittadini, convincerli della bellezza del progetto. Non si tratta ovviamente di un gesto disinteressato, gli abitanti devono essere all’altezza del glamour meneghino, fruitori di spazi che non possono certo sfigurare per la presenza di qualche “pezzente”, di anziani in pensione, di disoccupati o studenti precari. Lo scopo è quello di essere “attrattivi” in modo da intercettare i capitali di privati (i “succhiasuolo”) che rigenerano e riqualificano. Un modello che produce ricchezza che non viene ridistribuita, limitata a una spirale di investimenti a vantaggio di chi ha i capitali sufficienti per intercettarla. Resistere è impossibile, vista l’azione di vera e propria propaganda attuata da queste creature e dalle istituzioni a loro asservite, primo fra tutti il sindaco, dotato del potere di trasformare in proprietà immobiliare qualunque cosa tocchi.
Il bersaglio principale di Milano Horror Stories è proprio la comunicazione: Milano si spaccia per città entusiasta e progressista, che si batte per i diritti civili e l’inclusione, un luogo in cui cultura e controcultura convivono in armonia con il business, con la sospensione di ogni conflitto, intenta a sopire la contraddizione e la critica. In realtà Milano è diventata un brand, una città che produce disuguaglianze a livello urbanistico con l’esclusione degli abitanti da aree diventate lussuose, con il consumo di suolo pubblico e l’aumento vertiginoso del prezzo degli affitti per gli abitanti, ma anche per le piccole realtà locali come le librerie.
La cultura è diventata marketing instagrammabile, strumento propagandistico che si diffonde a colpi di hype, brunch e social housing. Parole vuote e fuori contesto cui Hurricane restituisce finalmente un loro senso orrido.
In Milano Horror Stories l’autore ritrae vividamente questi aspetti, anticipando una situazione che ha già assunto da tempo i toni del grottesco e che, proprio come un’invasione di vampiri, si diffonde sempre di più.
Milano Horror Stories è un invito a reagire all’incubo che si sta costruendo attorno a noi e sotto i nostri piedi. Non è retorica, i succhiasuolo sono reali, sono ormai nella cronaca di tutti i giorni. E guardare non basta, bisogna fare qualcosa, i comitati di quartiere hanno ottenuto delle importanti vittorie, dimostrando che un’altra città, un modo di abitare condiviso e alla portata di tutti, è possibile.
Stefano Superchi
More info:
Milano Horror Stories – Incubi dalla rigenerazione urbana
Hurricane
Autoprodotto con Collettivo AFA (Autoproduzioni Fichissime Anderground), 2025. 162 pagine, colori – 15,00 €
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