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05 marzo 2025

Così eravamo. Guccini cantautore e scrittore.

 Così eravamo.

Guccini cantautore e scrittore.





Una raccolta di racconti, tra ironia e nostalgia che imprigionano, attraverso piccoli momenti di vita, i cambiamenti di un'epoca ormai lontana.

 


Guccini racconta cinque episodi che vanno dall'infanzia alla giovinezza, ognuno legato a esperienze personali e collettive. Si parte da un bambino che perde un compagno di scuola, per arrivare a un gruppo di giovani alle prese con un lavoro difficile, scherzi crudeli e sfide sociali. Ogni storia si intreccia con il cambiamento della società, dalla nascita della televisione alle trasformazioni delle città.

Quando si pensa a Francesco Guccini viene naturale associarlo subito alla sua musica e all’impronta permanente che ha lasciato nella storia della musica italiana. Eppure, da anni, il Maestrone è anche un apprezzato scrittore, con il suo stile unico e riconoscibile. La sua ultima opera, “Così eravamo”, è una raccolta di cinque racconti che apre una finestra sul passato, su un mondo spazzato via dal progresso e dai mutamenti della storia.
 


 

Cinque istantanee di vite vissute fra giovinezza e dopoguerra, fra l’Appennino e Modena, in un intreccio di nostalgia e ironia: il compagno di scuola scomparso troppo presto, il giovane cronista affamato di futuro, la notte di un pittore e un redattore in cerca di emozioni, l’orchestrale di balera (categorie ormai estinte) tartassato di domande da un giornalista assillante, il sottotenente ignaro di un disastro sfiorato.
Piccole storie che, sullo sfondo della Storia con la S maiuscola e attraverso una scrittura capace di dare profondità e poesia agli oggetti più comuni e agli episodi più ordinari, restituiscono un’epoca in cui forse tutto sembrava più semplice.

 


Piccoli dettagli che diventano simboli di una vita passata, come un portacenere rosso, gadget di una famosa bibita, o la musica di una balera. Così Guccini riporta alla luce le emozioni di un tempo trascorso, mostrando con malinconia ma anche con profondo affetto i momenti felici vissuti nella sua terra, tra la guerra e il dopoguerra.

Non è un caso che “Così eravamo” sia stato definito una sorta di “Spoon River“ in prosa: ogni racconto porta il segno della memoria e dello sguardo di Guccini, delle sue terre e della sua giovinezza.

E se la malinconia (così come i dubbi) è inevitabile, alla fine nelle parole dello stesso Guccini rimane una certezza: «Meglio esserci stati, meglio avere visto e vissuto».

Stefano Superchi



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