Eleonora Giorgi,
l'antidiva che piaceva a tutti.
Eleonora Giorgi ha rappresentato un'epoca, un certo filone cinematografico della nostra Italia post Anna Magnani, Sofia Loren e altri grandi di quel periodo appena precedente al suo.
Erano anni in cui Cinecittà stava bene, decenni in cui il cinema italiano ha sfornato capolavori che rimarranno nella storia, uno dietro l'altro. Non facciamo un excursus della carriera di Eleonora, che bene o male tutti conoscono, diciamo solo che non fu la classica bella ragazza che sognava di diventare attrice, lei voleva diventare una restauratrice. Casualmente viene notata da un noto produttore del tempo che nel suo viso vede qualcosa di speciale. E come dargli torto, non era solo bella, aveva il dono di rappresentare molte delle angosce comuni, che accompagnano la vita di tutti, con ingenuità, leggerezza, dolcezza, spesso in maniera scanzonata.
Per questo fu spesso ritenuta la classica attrice da commedia di intrattenimento ma forse molti non sanno che fu sceneggiatrice, produttrice, regista.
Era una donna intelligente, semplice, che non ha fatto della sua bellezza un bene di consumo, e che ha affrontato con estrema dignità anche il momento finale, assai impegnativo, del suo cammino.
Officina Coolturale vuole ricordarla mentre entra alla storica Capannina in Sapore di Mare con il cagnolino in braccio o quando delusa dalla vita e dall'amore si mangia una pizza fredda, seduta in terra col suo abito da sera, insieme a un ragazzo molto più giovane di lei, o quando, nelle vesti di una strega, seduce il classico tontolone.
Filmetti, diremmo oggi, che erano però lo specchio di ciò che eravamo, di ciò che sognavamo, delle sfighe di cui eravamo vittime quotidianamente, film che che ci hanno raccontato verità spesso scomode facendoci sorridere.
Giovanna Anversa
Eleonora Giorgi e gli intrecci con il mondo della musica
Nel suo percorso professionale l’attrice ha incontrato diverse volte il mondo della musica incidendo qualche canzone. Nel 1980 il brano Magic, scritto da Detto Mariano, per la colonna sonora del film Mia moglie è una strega. Il brano, pur rimanendo inedito su disco, è diventato un piccolo cult tra gli appassionati di cinema e musica.
Nel 1981 ha pubblicato il primo e unico 45 giri della sua carriera con i brani Quale appuntamento e Messaggio personale, scritti da Cristiano Malgioglio, Pino Presti e Corrado Castellari.
Importantissimo anche il sodalizio con Carlo Verdone, che la dirige nel 1982 in Borotalco, il film che le vale il David di Donatello come Miglior Attrice Protagonista. Proprio in quel film, il legame con la musica si rafforza: la pellicola è permeata dalla presenza delle canzoni di Lucio Dalla, con la protagonista interpretata da Eleonora che è una grandissima fan del cantautore e cerca in tutti i modi di incontrare il suo idolo musicale.
La colonna sonora include brani iconici come Grande figlio di puttana degli Stadio, scritta da Lucio Dalla, Gaetano Curreri e Giovanni Pezzoli, che vince il David di Donatello e il Nastro d’Argento per la miglior colonna sonora originale.
Stefano Superchi
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