Harry Styles, eclettico con stile.
A 5 anni da Watermelon Sugar, rilancia.
Eclettico, camaleontico, carismatico, contemporaneo. Harry Styles ha solo 29 anni ma ha vissuto molte vite. È cambiato, è cresciuto, si è trasformato più volte e continua a farlo nella musica, nello stile, nell’attitudine e anche nei messaggi che trasmette. E come tutti gli inglesi quando han talento, sono unici, inimitabili e stupiscono senza sosta.
Dopo avere portato in giro un tour mondiale durato due anni e terminato alla RFC Arena di Reggio Emilia nel luglio del 2023, al cospetto di oltre centomila persone, Harry Styles pare stia tornando con un nuovo album, mentre in ottobre ha compiuto cinque anni la canzone che lo ha lanciato nel firmamento delle popstar “Watermelon Sugar”
La sua è una di quelle storie che sembrano uscite dritte dritte dalla sceneggiatura di un film commedia a lieto fine. Uno di quei film che raccontano la scoperta, il percorso e l’ascesa di una delle popstar oggi più conosciute e acclamate al mondo.
Styles, nasce nel Worcestershire nel 1994, è un ragazzo come tanti che si diletta a strimpellare e a cantare al karaoke. Partecipa giovanissimo alle audizioni del talent show televisivo britannico X Factor. Viene eliminato come solista ma rientra in gara all’interno di una boy band, gli “One Direction” che pur non avendo vinto raggiunge un successo planetario vendendo oltre 50 milioni di dischi e facendo impazzire i teenager di tutto il mondo. La sua prima vita artistica comincia così: dal talent ai grandi palchi e va avanti fino al 2016, quando gli “One Direction” si prendono una non ben definita pausa. Ma Harry in pausa non ci sta, scrive brani per artisti come Ariana Grande e si cimenta come solista.
Il primo progetto autonomo nasce però grazie a un contratto con la Columbia Records e cominciano ad essere pubblicate le sue prime canzoni come artista indipendente, come "Sign of the Times” che diventa immediatamente un successo che sale in cima alle classifiche di tutto il mondo.
Il pezzo funge da apripista per l’album "Harry Styles" lanciato nel maggio 2017. Concepito per segnare ufficialmente il distacco dagli One Direction attraverso un avvicinamento alle sonorità del soft rock e del pop psichedelico, il disco è spinto da due nuovi singoli, “Two Ghosts”, dalla “rockissima” “Kiwi”, e da un tour mondiale con più di sessanta concerti.
Dopo quasi due anni di pausa dalla fine della tournée Harry torna a produrre nuova musica e nell’ottobre 2019 lancia il singolo “Lights Up” che ottiene un’accoglienza un po' più timida ma, mesi più tardi, esce il brano “Watermelon Sugar”, che ha da poco compiuto cinque anni, e che lo consacra non solo ai vertici delle classifiche, ma come la popstar più acclamata del momento.
E’ poi la volta di "Fine Line", il secondo disco da solista, che ottiene un riscontro unanimemente positivo da parte della critica, rientrando nella lista dei cinquecento album più belli di sempre, secondo la rivista Rolling Stone, premiato con infiniti riconoscimenti tanto in UK quanto negli Stati Uniti. I brani “Falling”, “Golden” e “Treat People with Kindness” sono tutt’ora tra i più ascoltati
Oltre alle opere musicali ci sono l’uomo e l’artista dai mille volti, due facce di Harry che non passano inosservate. Capace di cambiare, di trasformarsi, sul palco canta, balla da solo, corre, parla, suona più strumenti, scherza e intrattiene. Uno showman che regala allegria e buoni sentimenti, mettendo al bando qualsiasi banalità, eccesso o volgarità rimanendo accattivante, ipnotico e terribilmente sensuale.
Dalle nuove generazioni è apprezzato anche per il suo attivismo a sostegno dei diritti della comunità LGBTQ+ e delle cause ambientali. Durante i suoi concerti lo si vede spesso sventolare la bandiera arcobaleno e lanciare messaggi di inclusione e auto accettazione. Abile anche nell’ideare i suoi abiti di scena si stacca dai prototipi preconfezionati del pittato/gender fluid, stile omologato per le star, a cui si sono piegati parecchi giovani artisti. Styles no, lui ha una sua anima, è pop, circense, carnevalesco e teatrale sul palcoscenico mentre indossa il meglio della moda “avanti” o di tendenza, nelle serate di gala o sui red carpet portando capi non facili come nemmeno un mannequin saprebbe fare.
Nel 2020 è il primo uomo a comparire da solo sulla copertina di “Vogue”, scegliendo di indossare un abito di pizzo azzurro sotto lo smoking nero, cosa che fa sul palco, nei videoclip: giocare a travestirsi. Forse è anche per questo che piace, perché trasmette quell’idea che si può essere ciò che si vuole, se lo si vuole.
Non dimentichiamo l’innata attrazione per il trasformismo che molti artisti british nei decenni hanno mostrato, affascinanti creature dalla fantasiosa versatilità che li rende icone intramontabili, artisti che sanno indossare ogni sorta di eccentricità portando tutto con stile e naturalezza, David Bowie, Elton John, Boy George, George Michael, Peter Gabriel, Lindsay Kemp, Robbie Williams, Mick Jagger per dirne alcuni. Fenomeni assoluti che spesso sanno performare in più ambiti e lanciano mode e tendenze che rimangono nella storia.
Styles vive anche un’altra vita artistica, il cinema, dove ancora una volta dà prova di grande talento. Il suo esordio avviene nel 2017 con “Dunkirk” di Cristopher Nolan, dove interpreta un soldato inglese durante la Seconda Guerra mondiale. Il rischio di una stroncatura è dietro l’angolo, come a volte accade ai musicisti che tentano la strada della recitazione, ma il suo debutto riceve critiche generalmente positive e incoraggianti.
Negli anni riceve poi altri ruoli, da “Eternals” di Chloé Zhao, “Don’t Worry Darling” di Olivia Wilde da cui esce senza infamia e senza lode, mentre in “My Policeman”, di Michael Grandage sfodera una interpretazione pazzesca.
Harry Styles è un personaggio che si espone, che non sembra avere limiti e forse per questo ha attraversato così tante fasi e chissà quante ancora lo aspettano. Ogni tanto, qualcuno ce la fa e questo sembra essere proprio il suo caso. Capace non solo di sopravvivere alla sfida del talent, della boy bond, del debutto solista e del debutto cinematografico, ma anche di continuare a brillare.
Vedremo ora, dopo tanti scalini fatti, dove il suo volo lo porterà ancora, certo è che non si assisteva a qualcosa di simile dai tempi di Michael Jackson!!
Giovanna Anversa
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