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02 dicembre 2024

Monica Bonvicini, desacralizzare il potere: l’installazione nella chiesa di San Carlo a Cremona

Monica Bonvicini, desacralizzare il potere: l’installazione nella chiesa di San Carlo a Cremona

  And Rose



Nel contesto della chiesa sconsacrata del Seicento, San Carlo di Cremona
Monica Bonvicini espone tre imponenti sculture performative realizzate ad hoc.

 Il progetto culturale ed espositivo San Carlo Cremona presenta per la prima volta le opere, realizzate specificatamente per i suoi spazi, di un artista italiano. La seicentesca chiesa sconsacrata di San Carlo in via Bissolati 33 a Cremona ospita infatti And Rose, mostra personale di Monica Bonvicini, aperta al pubblico, su appuntamento, fino al 14 dicembre 2024


L’installazione site-specific all’interno della chiesa sconsacrata aggiunge un ulteriore tassello alla pratica dell’artista incentrata sull’interazione tra opera, spettatore e architettura. Con imponenti sculture della serie Chainswings dalle sfumature cromatiche inedite che dominano la navata, l’artista continua la sua incisiva esplorazione delle dinamiche di potere insite negli spazi architettonici, portando la sua indagine a nuove vette di complessità e risonanza.

 


Queste sculture performative, che oscillano tra il gioco e la sottomissione, sono realizzate con catene di acciaio galvanizzato e incarnano una sintesi provocatoria di estetica industriale e allusioni sub-culturali, sfidando le aspettative associate sia all’arte contemporanea che agli spazi sacri.

L’installazione si inserisce in modo critico nel dibattito attuale sul ruolo dell’arte negli spazi pubblici e sulla natura partecipativa dell’esperienza artistica. Invitando i visitatori all’interazione fisica, Bonvicini sovverte la tradizionale dinamica di contemplazione passiva, trasformando il pubblico in co-creatore attivo dell’opera.


La scelta di una chiesa sconsacrata come contesto espositivo amplifica l’importanza dell’opera, creando un dialogo tensivo tra sacro e profano, istituzionale e sovversivo. Questo gesto non solo evidenzia la capacità di Bonvicini di rispondere in modo eloquente allo spazio architettonico, ma solleva anche questioni cruciali sulla riappropriazione degli spazi pubblici e sulla fluidità dei confini tra arte, architettura e critica sociale.

And Rose si immerge nei nodi centrali della pratica di Monica Bonvicini: femminismo, sessualità, potere e critica istituzionale. Tuttavia, in questo contesto, questi temi acquisiscono nuove sfumature, invitando a una riflessione sulla persistenza delle strutture di potere anche in spazi apparentemente desacralizzati.

a cura di Stefano Superchi

 






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