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15 novembre 2024

Mafalda, la bimba che non sa tacere, compie sessant’anni.

 Mafalda, la bimba che non sa tacere,

compie sessant’anni.

 

Mafalda è sempre stata nelle mie corde e l'ho sempre sentita quasi come un alter ego, tranne per il fatto che a lei non piace la minestra. 

Ribelle, diretta, provocatoria rispetto alle contraddizioni degli adulti, pone domande disarmanti a cui gli adulti spesso non sanno rispondere. Infastidita dalle ingiustizie ha il privilegio di avere sempre sei anni e di poter quindi perpetrare i suoi "colpito e affondato" senza dover mai smussare gli angoli. Negli anni per me è divenuta un mezzo per dire la mia e una icona della ribellione pacifica

Giovanna Anversa




Mafalda nasce sessant’anni fa dalla matita irriverente dell’argentino Joaquin Lavado, in arte Quino, con i capelli ingarbugliati e la parlantina travolgente.

La sua vita comincia in maniera problematica.
Il personaggio nasce nel 1963 su commissione di un'azienda di elettrodomestici, per una campagna promozionale che, peraltro, non verrà mai realizzata. Il direttore del settimanale Primera Plana, Juliàn Delgado, vede le strisce di prova e suggerisce a Quino di mantenere il personaggio, che viene così ripreso l'anno successivo per realizzare una striscia satirica per il settimanale che dirige. La prima striscia appare su Primera Plana il 29 settembre 1964, ma già il 9 marzo del 1965 la pubblicazione viene sospesa, pare per una controversia legale.


Tempo una settimana e il 15 marzo 1965 la serie comincia ad essere pubblicata giornalmente sul quotidiano El Mundo di Buenos Aires; dopo alcune settimane nascono i personaggi di Manolito, Susanita e Felipe, mentre la mamma di Mafalda è incinta quando il giornale chiude, causa fallimento, il 22 dicembre 1967 e la serie viene interrotta.
Le pubblicazioni riprendono in Argentina il 2 giugno 1968, nel settimanale Siete Días Illustrados fino al 1973.


Nel 1966 intanto era stata pubblicata una raccolta di strisce già uscite sui giornali e il piccolo libro ebbe un successo inaspettato. Le cinquemila copie furono esaurite in due giorni mentre iniziò la diffusione della striscia in altri paesi sudamericani.


In Italia arriva grazie alla rivista “Il Mago”, edita da Mondadori. Il consenso attorno alle strisce di Quino è immediato perché fanno riflettere in maniera schietta attraverso l’istinto di una bambina di sei anni, le sue preoccupazioni e le sue speranze. In quell’epoca anche da noi si vivono anni di grandi cambiamenti, dalla contestazione politica al ruolo delle donne. Stanno cambiando la moda e il costume, così anche il fumetto assume un nuovo ruolo, passando da personaggi eroici e celestiali a novità dirompenti come Mafalda, con la sua carica di contestazione e il confronto-scontro con il mondo femminile più tradizionalista.



La striscia è pubblicata nel 1968 in un'antologia edita da Feltrinelli e nel 1969 esce la prima raccolta intitolata "Mafalda la contestataria", pubblicata da Bompiani con prefazione scritta da Umberto Eco, che la paragona a Charlie Brown di Charles M. Schulz. I due personaggi hanno la stessa età, ma il loro atteggiamento nei confronti del mondo è molto diverso: la marcata separazione del mondo infantile di Mafalda e dei suoi compagni da quello degli adulti dimostra la sua volontà di non integrarsi in esso, al contrario dei Peanuts, che sono quasi "adulti in miniatura". Nel 1970 il quotidiano romano Paese Sera inizia la pubblicazione giornaliera della striscia di Mafalda, seguito poi da altri giornali italiani.
Nel 1970 Mafalda è pubblicata in Spagna, in Portogallo, in Brasile e addirittura in Cina.




I suoi giudizi poco benevoli sui potenti che non sanno risolvere ingiustizie, guerre, povertà, risuonano più che mai attuali, mentre il mondo si attorciglia in un conflitto dopo l’altro. Mafalda, la bambina di sei anni che ha attraversato oltre mezzo secolo di storia del fumetto, in un mondo in costante cambiamento, continua a spalancare i suoi grandi occhi neri sulla realtà che ci circonda.
 

Il successo delle strisce che vedono protagonista Mafalda con i suoi amici Felipe, Manolito e Susanita esce dai confini argentini per diventare patrimonio mondiale, incontrando un successo senza precedenti che consegnerà il personaggio e il suo creatore alla leggenda.
In quegli anni la situazione in Argentina sta diventando tumultuosa e questa bambina dice le cose che non si dovrebbero dire: contesta l’ordine costituito, fa sentire la sua voce ed esprime disaccordo sulle grandi questioni.


L’ultima striscia viene pubblicata il 25 giugno 1973 sul settimanale Siete Días Illustrados. Dopo aver realizzato oltre 3.000 strisce Quino interrompe le pubblicazioni per non rischiare la ripetitività e per potersi dedicare ad altri progetti.
 


Ma Quino (morto nel 2020) ha fatto in tempo a vedere celebrata la sua eroina irriverente, in lotta contro la minestra a pranzo tanto quanto contro il razzismo e le ingiustizie.
Mafalda è infatti perpetuata in una statua inaugurata nel 2009 nel quartiere San Telmo di Buenos Aires, lo stesso in cui sono ambientate le sue avventure. L’opera la raffigura seduta su una panchina, con in testa il suo immancabile enorme fiocco, in un’eterna riflessione su quel mondo da cui ogni tanto gridava di ‘voler scendere’ perché troppo ingiusto e diseguale.

 


Nonostante tanti passi avanti fatti, c’è ancora molto da cambiare. E il pensiero critico di Mafalda, con i suoi occhi spalancati e la capacità di interrogare gli adulti, ha ancora molto da dirci.

Stefano Superchi




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