Autoritratto
nuovo tour di Renato Zero che, dopo 52 anni di carriera, ancora commuove e unisce il popolo dei Sorcini
Settantaquattro anni non gli hanno impedito di fare tre ore di concerto ieri sera a Mantova; sul palco il grande Renato Zero in tour per presentare "Autoritratto" un ennesimo, enorme spettacolo.
Renato Zero a Mantova (16 ottobre 2024)
Dire pazzesco é dire poco, chi è sorcino da anni lo sa, è parte di un popolo che sa molto bene che Renato ai concerti non si risparmia mai. Tre ore di una intensità artistica ed emotiva che pochi sanno regalare. Cinquantadue anni di carriera, facendo la media un tour all'anno, e un pubblico che va dall'infanzia all'età matura, perché chi nasce nella casa di un sorcino quasi sempre lo diventa a sua volta. Dal 1967 ad oggi sforna, come se fossero pagnotte, 34 album in studio, 7 dal vivo, 5 raccolte ufficiali, 79 singoli, 12 album in video, più di 50 brani scritti per altri tra cui nomi altisonanti come Mina, Ornella Vanoni, Al Bano, Ron, Loredana Berté, Alex Baroni, Ivan Graziani, Umberto Bindi, New Trolls, senza contare i caroselli, i doppiaggi, una colonna sonora, un po' di teatro, un po' di TV.
Altro che pagnotte, tutto questo è il risultato di duro lavoro, di abnegazione, di studio e di enorme genio artistico. Un genio coraggioso che si è fatto conoscere non certo in maniera ortodossa in anni in cui, avere un look "piumato", dava adito a scherno (oddio, non che oggi sia poi tanto diverso). Un talento lungimirante e sensibile che ha dato vita a brani immortali e attualissimi, di qualità immensa nei testi e nella musica, e ad altri più bizzarri, provocatori, e scandalosi come, ironicamente, li definisce lui, che oltre ad essere nelle parole una intelligente parodia dei vecchi cliché, scatenano una incontrollabile voglia di ballare.
Dai tempi di "No Mamma No" ad oggi ha saputo trasformarsi, rinnovarsi e crescere, non solo come musico ma come artista poliedrico che trova casa in tutte le forme del teatro di qualità. Sul palco porta con sé orchestre da paura, scenografie impressionanti, ballerini, coristi, invita artisti con cui duetta, un camaleonte "a cui la scena da la giusta dimensione".
Produttore, ideatore e stylist di se stesso, è un cabotin che rifugge da sempre qualunque figura manageriale o casa discografica e si tiene totalmente lontano dallo star system da bancarella. Dal Teatro Tenda degli esordi, Zerolandia, nasce la sua etichetta indipendente e negli anni novanta fonda l'associazione culturale Fonopoli che ha per missione principale lo scouting di giovani talenti: non mancano nei suoi spettacoli coristi e ballerini giovanissimi.
In una intervista dichiara: "Essere ideatori e promotori di sè stessi fa sì che la tua arte sia più vera e mantenga le sue radici là dov'è nata: nell' anima dell'artista. Correzioni o incasellamenti, che danno esito ad un'arte omologata e gelatinosa, impediscono la crescita e l'evoluzione naturale di chi si appresta a questo mestiere, col rischio che il proprio talento venga manipolato da altri. Nell'autodirigersi, se capita un errore quell'errore è tuo, non del tuo management, non è un fallimento ma un'occasione per migliorarsi. Ho collaboratori, alcuni storici, altri li cerco tra i giovani che iniziano con me per poi volare con le loro ali. Cerco di dare opportunità a più giovani talenti possibile, faccio loro da apriporta ma soprattutto mi dà piacere lavorarci insieme. Riesco a dare lavoro a tante persone spendendo molto di meno che non se avessi un manager".
In questo tour Renato porta, come sempre fa, alcuni pezzi nuovi e altri più datati, e poiché i brani sono davvero tanti, ad ogni tour estrae un lustro o al massimo un decennio dal passato. In "Autoritratto" il "revival" tocca principalmente gli anni novanta della sua carriera. Sempre estremamente scenografico, coreografico, camaleontico, istrionico, ipnotico, con quell'eleganza e quella voce del tutto uniche, canta, balla, recita, scherza e scende ad abbracciare il pubblico che ovviamente.... impazzisce!
Giovanna Anversa
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