SEZIONI

21 ottobre 2024

L’ultimo album di Nick Cave. Divino in una gioia mistica.

 L’ultimo album di Nick Cave
Divino in una gioia mistica


Nick Cave, l'evangelista del rock, è tornato. Il cantautore australiano post-punk ha da poco pubblicato con i Bad Seeds il suo diciottesimo album in studio, “Wild God” (Pias Recordings), dieci tracce allucinate, quasi mistiche. Lo stesso Nick Cave (che è anche scrittore, sceneggiatore e attore) aveva dichiarato nei mesi scorsi: «Non c’è niente da scherzare con questo disco. Quando colpisce, colpisce. Ti solleva. Ti muove. Lo adoro...».
 


La rarefazione della musica di questo disco conduce il pubblico in una dimensione parallela, alla ricerca dell’autenticità.
La Bibbia, l’Eden, l’infinito, l’amore matrimoniale, la meraviglia del panorama: “Wild God” è questo e altro, un’opera intrisa da un «ottimismo radicale» (“The Guardian”) e da melodie che  appaiono e scompaiono come fiumi carsici. Se esiste una categoria gospel rock in questo momento è la sua casella, posto che questo santo peccatore in giacca e cravatta accetti di essere incasellato.


concerto di Milano del 20 ottobre 2024

 


In riferimento alla canzone finale, “As the Waters Cover the Sea”, Cave ha confessato in un’intervista a “la Repubblica” di essere stato «ispirato e sbalordito dalla semplice vicinanza di mia moglie e da ciò che fa. Questa canzone è letteralmente un momento in cui io sono seduto a scrivere dei testi e lei è seduta dall’altra parte della stanza addormentata sulla sua sedia. [...] E poi, all’improvviso, tutto cambia e diventa una canzone puramente religiosa. Adesso stiamo parlando della tomba di Cristo e di lui che esce dalla tomba ed entra nel raggio di luce della finestra».
 


Song of the Lake”, “Frogs”, “Conversion” sono pezzi che aprono ancora lo sguardo sulla trascendenza attraverso inattese apparizioni e incontri sorprendenti. Che la musica di Cave si sia incamminata sulla via del sacro, lo conferma lui stesso, nonostante i dubbi e le incertezze: il suo è un Dio che soffre per l’umanità. Al contempo, Nick, ricorda che la vita – malgrado le distruzioni, presenti e passate – sia «sistematicamente bella» e tutti noi abbiamo solo bisogno di prendere consapevolezza del nostro particolare valore. Quindi, Cave non fa che esaltare l’uomo, l’importanza del singolo, l’eccezionalità delle piccole cose e dei momenti quotidiani, dando a essi spessore, poesia, attenzione, naturalezza.
 


Infatti in “Joy” scrive:

«Metafore luminose e trionfanti dell’amore / accecano tutti noi che ci teniamo a stare e guardare oltre. / E sono saltato su come un coniglio e sono caduto in ginocchio, / ho chiamato tutti intorno a me, ho detto: “Abbiate pietà di me, per favore”... / Di gioia, di gioia, di gioia... / saltando di gioia».

Come si può dedurre, la gioia descritta non è soltanto una generica felicità o euforia: è piuttosto un atteggiamento esistenziale in cui si riversa la consapevolezza di quanto sia importante essere nel mondo e accoglierlo come un dono.

Stefano Superchi

 


Nessun commento:

Posta un commento

Teatro Sociale di Villastrada. Che il sipario si alzi!

  Teatro Sociale di Villastrada Che il sipario si alzi e lo spettacolo abbia inizio!   Qualche cenno storico Nel 1910 , ad opera di 30 soci,...