Antonio La Montanara
cacciatore irrequieto di immagini
Antonio La Montanara inizia a fotografare nel 1977 per registrare le emozioni che non riesce a fissare con il disegno, pur avendo una discreta manualità. Inizia quindi a studiare i grandi fotografi e le arti visuali, frequentando corsi e scuole locali e praticando lo sviluppo e la stampa di tutte le tipologie di pellicola.
Nel 1980 inizia a fare foto per cataloghi e aziende alimentari pugliesi, per poi approdare alla fotografia di matrimoni, che gli permette di perfezionare la tecnica, ma lo allontana lentamente dalla professione fotografica.
L’estrema ripetitività del gesto non lasciava più spazio alla sua creatività. Decide di lasciare la fotografia e dal 1984 al 2015 intraprende la strada dell’informatica, lasciando alla fotografia spazi legati solo ai ricordi familiari ma perseguendo comunque l’amore per l’arte. Nel 2017, spinto da una serie di circostanze personali, riprende il discorso fotografico che credeva ormai chiuso. Si iscrive al circolo fotografico Fotocine Casalasco e inizia un percorso personale e orientato alla diffusione delle sue conoscenze soprattutto a giovani ed entusiasti.
Col circolo organizza con successo corsi e serate didattiche in cui riporta le sue conoscenze.
Ma la sua indole è sempre rivolta all’attività di tutoraggio, individuale e di gruppo, in qualità di Tutor FIAF, che riversa anche nel laboratorio di portfolio creato nel circolo Fotocine Casalasco 1966 con discreti frutti.
Successivamente decide di ampliare i propri orizzonti iniziando a creare audiovisivi: il primo prodotto “Operai – Rocco e la sua squadra” ottiene successi insperati.
Un cortometraggio molto interessante, che merita di essere messo in luce è “A Tango Drama (Pollution Loves Tango)”. È difficile etichettare questa opera del 2011, data la sua particolarità; non è un film di animazione ma una “presa diretta” effettuata dal vivo senza alcuna manipolazione. Una sorta di presa d’atto di quello che può accadere per una combinazione di elementi e situazioni casuali, ma che l’occhio attento di Antonio ha saputo cogliere.
Un film pluripremiato, una menzione d’onore da parte del Dancentric TV Film Festival di Orlando, terzo classificato al Premio Timeline, selezionato in diversi festival di cinema indipendente, da Altrimondi film festival ad altre rassegne indipendenti, dall’India al Kurdistan.
Negli audiovisivi di Antonio La Montanara individuerei tre temi verso i quali si riconosce una spiccata sensibilità: la memoria, il lavoro e il tema dell'emigrazione, intesa come percezione del diverso influenzata dai pregiudizi e dalla “non conoscenza” dell’altro.
Proprio sul tema della memoria verte il laboratorio di quest'anno del Fotocine Casalasco dove, settimanalmente, si svolgono laboratori e corsi nei quali ognuno porta la propria esperienza e la propria sensibilità.
Le ninfe degli ulivi
(R)Esistenza
Oltre le voci
Questo audiovisivo fotografico, si appoggia al lavoro fotografico “Sebben che siamo donne”, realizzato con Sara Pisani e che rappresenta un gruppo di donne imprenditrici immigrate che hanno avuto una loro realizzazione.
Il documentario viene proiettato in serate dedicate, è stato presentato al centro sociale Primavera di Casalmaggiore e al Circolo Gulliver di Dosolo, vi consigliamo di vederlo, se ne avrete l’opportunità.
In parallelo al tema, ovviamente più importante, delle storie di vita raccontate, si sviluppa un “sottotema” interessante: quello dell’importanza della fotografia stampata come testimonianza delle proprie radici, come oggetto tangibile. Oggi c’è una produzione di immagini senza precedenti, ognuno col proprio smartphone fotografa, posta in rete, archivia, qualsiasi cosa, ma rischia di ritrovarsi con un pugno di files in mano, inodori, insapori. Senza un oggetto fisico da toccare, da passarsi di mano in mano, da veder sbiadire.
Stefano Superchi
Antonio La Montanara è anche Presidente del Fotocine Casalasco 1966, ed in questa veste, prossimamente, ci farà conoscere alcuni dei membri del circolo fotografico, introducendoci ai loro lavori.
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