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07 dicembre 2024

I 40 anni di "Siberia" e un canto di nostalgia per la diversità

 I 40 anni di "Siberia"

e un canto di nostalgia per la diversità

 

 

Uscito alla fine del 1984, compie 40 anni tondi un disco per il quale l’abusato titolo di “pietra miliare” non sfigura affatto. La versione originale di “Siberia” conteneva otto pezzi (quattro per facciata) e tirava un sasso nello stagno della new wave italiana e fiorentina in particolare. La band dei Diaframma si collocava nella scia del post punk inglese dei Joy Division di Ian Curtis, al pari di band come i Neon e i primi Litfiba.

 



Il disco scritto da Federico Fiumani, vedeva all’epoca una formazione con i fratelli Cicchi come sezione ritmica (basso e batteria) e Miro Sassolini alla voce.


Lo scenario nel quale l'album venne realizzato è una crepuscolare Firenze dei primi anni 80, naturalmente predisposta a essere attraversata da malinconiche inquietudini dark-wave, decadente e romantica, sfuggente e quasi inconsapevole della propria bellezza.

 


A quattro anni dalla morte di Ian Curtis, anima ombrosa e tragica dei Joy Division, la sua anima riempiva ancora le giornate e i malesseri di molti artisti, affascinati da una lirica asciutta e da suoni netti ed essenziali.
 


I Diaframma, come devoti discepoli, amplificheranno quell’ombrosa elettricità che si irradiava contagiosa.
Il messaggio dark wave penetrava come un fiume carsico anche nelle nostre pianure, favorito dalle sere brumose e gotiche dei pionieri di provincia. 

 


C’è un pezzo che, dopo qualche anno, scatterà una fotografia retrospettiva di quel clima e lo inquadrerà più di mille parole. È “Co.Pa.” dei “Vecchi Tempi”, un ensemble artistico-musicale di Casalmaggiore e dintorni.

 



Un “canto di nostalgia per la diversità” di una gioventù scura cresciuta sotto le luci livide ed ovattate dalla nebbia che avvolgeva il listone davanti al Bar Commercio, sempre in fuga dalla banalità, pronta a solcare la piana del Po alla scoperta di locali alternativi, su macchine che oggi definiremmo improbabili.




Ma torniamo a “Siberia

Il disco si apre con la title track Siberia, scheggia tagliente dal suono granitico, impossibile da scalfire, immortale e gelida come i passi nella neve alla ricerca del senso delle cose,

 


Neogrigio è new wave allo stato puro, con il suo attacco aggressivo e la bellezza del riff e del basso imperioso; il testo apre un varco nel cervello catapultandoci nell’essenza del disco ("il tuo candore sta svenando i miei giorni, ferendo il bagliore della luce notturna").




Impronte, procede a ondate, con la voce che si innalza a protagonista.

 



Il basso apre e guida Amsterdam, monologo visionario di Miro Sassolini che tocca vette ermetiche ed ammalianti ("nella mia mente ogni cosa sopravvive in silenzio, sento l'attrito di grida esiliate dal mondo, come frammenti pulsanti di vita, voci alterate si sono dissolte"), fino all'apoteosi del refrain carico di energia nervosa (“dove il giorno ferito impazziva di luce").

 


Il Lato B si apre con Delorenzo, in cui chitarra e basso tessono la trama di un tappeto sonoro che porta inciso a fuoco il marchio del post punk. 

 



Memoria si alza come un grimpeur sulla sella, su colline sonore, con la chitarra che torna ad essere protagonista. 



Specchi d’acqua riecheggia in lontananza i Litfiba di “17 Re”, ma lascia in bocca anche il retrogusto dei Cure di “Killing an Arab”.



Il disco si chiude facendo risalire la tensione con i riflessi nichilisti di Desiderio del nulla



Siberia” ebbe poi diverse ristampe con aggiunte di altri brani. Ricordiamo soprattutto la prima ristampa del 1992 dove vengono aggiunte le tracce bonus “Elena” e “Ultimo boulevard” e l’edizione del 2001 dove compare una versione di “Amsterdam” registrata nel 1985 con i Litfiba.

 



Non c’è altro da dire su questo disco, se non considerarlo un capolavoro. Un disco tetragono, oserei dire inattaccabile, che si rigenera ad ogni ascolto, risvegliando i demoni e i fantasmi decadenti che dimorano in ognuno di noi, chiusi nel cassetto del tempo, ma pronti a saltar fuori richiamati dalle prime note del basso che schizzano come le scintille del disco diamantato di un flessibile nel buio della notte.

Stefano Superchi


 

 

 

I Diaframma saranno dalle nostre parti il 1 Febbraio 2025, all'Arcistella di Trecasali (PR).


Per chi volesse approfondire maggiormente l'argomento new wave italiana, consiglio la visione del documentario di Pierpaolo De Iulis, CROLLO NERVOSO - New Wave italiana degli anni 80, una vera e propria bibbia sull'argomento.



qui potete vedere la seconda puntata ("Firenze sogna")

 

su youtube sono reperibili altri episodi del documentario, qui il link alla prima puntata ("Onde emiliane"), qui il link alla terza puntata ("Italia Wiva")




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