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24 ottobre 2024

In viaggio con Bruce Springsteen. Road Diary, docufilm di rock e vita.

 In viaggio con Bruce Springsteen

Road Diary, docufilm di rock e vita. 


In uscita venerdì 25 su Disney+, “Road Diary” un documentario sulla preparazione dell’ennesimo tour mondiale di Bruce Springsteen e della inseparabile E Street Band (saranno a Milano il prossimo luglio, dopo i concerti cancellati quattro mesi fa).
 


Ma non si tratta solo di questo, bensì del racconto di come il mondo nel 2022 tornò a respirare dopo il lockdown. Questo film però si stratifica su più livelli, “Road Diary” descrive soprattutto un modo di fare musica destinato alla scomparsa. Non ci si riferisce certo allo straordinario Bruce, tonico più che mai, ma al modo di creare la musica di oggi, lontano anni luce da come si faceva agli esordi del rocker americano, uno dei grandi poeti del XX secolo.

 


Oggi si punta tutto sul prodotto industriale, dal consumo digitale ai “grandi eventi” ai faraonici tour d’addio che si ripetono anno dopo anno in modo “paraculo”. Bruce lo dice chiaramente: «Non ci sarà mai un tour d’addio, andremo avanti finché ce la faremo».
Vedere in “Road Diary” la E Street Band ritrovarsi e rimettersi al lavoro dopo il blackout collettivo della pandemia, ascoltare le sensazioni della Band, riporta indietro le lancette del tempo, a un’epoca straordinaria e fondante. Quando fare un disco e i “live” significava avviare un processo scrupoloso e affascinante dal punto di vista “industriale”, specchio fedele delle scelte personali dell’artista, del proprio mondo di riferimento, di ciò che pensava della realtà e della opportunità di influenzarla. Senza ansia di essere giudicato, diversamente dalle star emergenti di oggi.


“Road Diary” ci catapulta in canzoni che ci restituiscono i sentimenti, le emozioni e i sapori dei loro tempi. Suonate oggi da una band di ultrasettantenni che non cadono nella trappola della nostalgia: un viaggio artistico di oltre cinquant’anni.
Bruce Springsteen si affacciò sulla scena statunitense nei primi anni Settanta, subito dopo un’epoca insuperabile. È l’erede di una serie di esperienze musicali la cui portata ancora oggi lascia piacevolmente sbalorditi. Dallo shock collettivo dell’apparizione dei Beatles all’esplosione del grande rock americano della controcultura. Un numero di talenti e capolavori impressionante, tutti concentrati in pochissimi anni.


 

Springsteen arrivò subito dopo tutto questo, si sarebbe potuto perdere nel confronto con chi aveva posato pietre miliari a ripetizione, e invece il suo apporto alla musica e ai sentimenti di un Paese percorso da scosse profonde fu immediato.
 


Il docufilm in onda su Disney+ è un viaggio in cui quasi nessuna tappa è esclusa, perché non puoi capire Bruce Springsteen prendendone solo un pezzetto, magari quello che senti più vicino alle tue corde. “Born to Run” ad esempio, che farà 50 anni il prossimo agosto, risulta ancora tremendamente attuale, nei suoi racconti di persone che si sentono imprigionate dalle catene della propria vita e fantasticano di fuggire verso una vita migliore, attraverso immagini liriche di viaggi ed autostrade.
Un disco scritto mezzo secolo fa, un’eternità lungo la quale molti protagonisti di quell’epoca hanno smesso, fatto altro, sono tornati insieme, hanno ripetuto stancamente sé stessi o purtroppo non ci sono più. Uno dei momenti più intensi di “Road Diary” è proprio l’interpretazione di “Nightshift” dei Commodores in ricordo degli amici della band scomparsi, Danny Federici e il grande Clarence Clemons.
 


Bruce Springsteen c’è sempre stato, con il suo smisurato pubblico che è cresciuto con lui. Questo vecchio rocker ha musicalmente sperimentato di tutto, in un viaggio che sembra non voler finire mai.
 

Stefano Superchi

In the day we sweat it out on the streets
Of a runaway American dream
At night we ride through the mansions of glory
In suicide machines
Sprung from cages on Highway 9
Chrome wheeled, fuel injected, and steppin' out over the line
Oh, baby this town rips the bones from your back
It's a death trap, it's a suicide rap
We gotta get out while we're young
'Cause tramps like us, baby, we were born to run
Yes, girl, we were

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