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30 ottobre 2024

Addio Frezz! Fumetti e sogni interrotti.

 Addio Frezz!

Fumetti e sogni interrotti

 


La prima copia dei “Custodi del Maser” uscì nelle fumetterie nel 1996, in Italia e in  Francia. In copertina una ragazza abbigliata in stile simil steampunk si gira verso il lettore e lo guarda con espressione grave. Sui palmi delle mani salgono una coppia di lune, richiamando il sottotitolo dell’opera (“Le due lune”, appunto). La colorazione della copertina è da manuale: i due quadranti inferiori e quello sinistro sono più scuri, eccetto il brillamento intenso delle due lune. Salendo con lo sguardo, il bianco acceso degli astri viene richiamato dal grande orecchino che la ragazza porta all’orecchio destro e da un tatuaggio circolare bianco sulla guancia sinistra, finché la  cascata di capelli avorio sposta l’occhio di chi guarda fuori dalla pagina.
 


Le saccadi, cioè i movimenti compiuti dai nostri occhi per scandire le immagini, sono dunque perfettamente accompagnate nella composizione scelta da Massimiliano Frezzato detto Frezz. Al centro dell’immagine orbitano a spirale tutti questi elementi. Prima di aprire il fumetto, le pupille indugiano sul viso della giovane in copertina. Per analizzare il piccolo naso e le labbra illuminate anche loro da un breve riflesso eburneo, oppure ricambiare lo sguardo della sua sclera albina che contorna delle iridi quasi turchesi. Se “Custodi del Maser” diventò un successo editoriale in entrambi i versanti delle Alpi, una parte del merito l’hanno questi occhi.



 
Frezzato pubblica questo albo dopo aver illustrato la saga di “Margot” sui testi dello scrittore statunitense Jerome Charyn, un’opera a cui si avvicina con grande passione. Per farla ha infatti preso il posto del collega Tanino Liberatore, che ha lasciato per dedicarsi ad altro. Una sfida per quello che era un esordiente italiano talentuoso, ma pur sempre esordiente. Il “Maser” arriva invece come un volo libero dallo stress di disegnare storie di altri, così come presto verrà in aiuto la pittura dopo il fumetto. L’editoria italiana di settore non era stata ancora graziata dal successo di Zerocalcare e Frezzato all’epoca preferisce una produzione autonoma di tele che possano conciliarsi col suo stile di vita agreste.

 


Gli anni in cui si dedica in maniera pressoché totale alla saga del “Maser” lasciano però un grande impronta nell’ambiente del fumetto, stabilendo un ponte con lo stile dei manga. A quasi trent’anni dal primo albo, pochi ricordano la trama della saga (considerata spesso la parte più frammentaria dell’opera) ma tutti ricordano la spregiudicata potenza dei disegni e la dolce sintesi dei colori delle pagine.

 



Di certo, nessuno può dire di essere stato tradito dagli occhi della copertina. La sintesi grafica giusta al momento giusto: una sincronia che pochi autori riescono a indovinare nella loro vita artistica.

 



Nonostante il suo quasi totale abbandono della produzione fumettistica in favore dei quadri, niente avrebbe impedito un ritorno di Max Frezzato per qualche nuovo progetto. Purtroppo è stata un’altra sincronia, stavolta terribile, a porre fine alla sua vita ad appena 57 anni. A Frezzato era stato diagnosticato un tumore ai polmoni, che sembrava addomesticabile, con buona risposta alle cure. Se non fosse stato per un’odiosa e banale polmonite, forse avrebbe potuto superare anche questa prova.
Si interrompe il sogno, si interrompe il fumetto. Ma nell’iride rimarrà sempre impressa quell’immagine della “ragazza delle due lune”.

Stefano Superchi










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