65 anni fa la sconvolgente prosa di William Burroughs
“Pasto nudo”
Scrivere per poter sabotare
Arrivò in Italia nel 1978 per annusare di persona il clima di piombo creato in Europa da Brigate Rosse e Rote Armee Fraktion. La sua conclusione fu perentoria: «Non stanno facendo una rivoluzione, ripetono uno stantio cliché ottocentesco che fa il gioco del potere, non hanno l’appoggio della popolazione, non andranno lontano». Punto.
E come si sfugge al controllo? Depistando, confondendo con la scrittura. O meglio, una certa tecnica di scrittura, che Burroughs aveva appreso dall’artista visivo e amico di sempre Brion Gysin: il cut up.
Partendo dall’assunto che anche la parola è un’immagine, il metodo consiste nel tagliare delle pagine di un testo per rimetterle insieme in combinazioni a montaggio; vuol dire saccheggiare le opere degli altri, letteralmente, collegando «pezzetti vividi di dettagli che svaniscono». Succede comunque, diceva Burroughs, l’influenza tra artisti è fondamentale nel processo creativo, perché non possiamo rubare consapevolmente? Insieme a Gysin scrisse un manifesto dal titolo Les Voleurs.
Parole, colori, luci, suoni, pietra, legno, bronzo appartengono all’artista vivente. Appartengono a chiunque sappia usarli. Saccheggiate il Louvre! A bas l’originalité, lo sterile e assertivo ego che imprigiona mentre crea. En haut le vol – puro, sfrontato, totale.
Questa tecnica fu utilizzata abbondantemente e soprattutto nella sua opera “Pasto nudo”, lo scioccante lavoro visionario (che quest’anno compie 65 anni) che lo iniettò al mondo, un’opera piena di immagini violente, diaboliche e celestiali, accresciute dall’astinenza stupefacenti, orge cosmiche, repellenti creature munite di occhi, millepiedi, fluidi organici e pulsioni paranoiche. Un’opera totale, politica, radicale e oscena (per oscenità subì due processi). Con la tecnica cut up vennero scritti anche romanzi come “Nova Express”, “La macchina morbida”, “Il biglietto che è esploso”.
«In verità ho scritto un solo romanzo» diceva sempre. «Detesto le trame e i finali: mi concentro più sulla creazione di personaggi».
Sperimentò tutte le droghe possibili, con un approccio da studioso più che da tossico (anche se fu dipendente da eroina per cinque anni). Teorizzò che una buona tecnica respiratoria fosse più efficace e creativa di un allucinogeno e che il metadone creasse più dipendenza e danni dell’eroina.
Da nomade inquieto girò per l’Europa (Londra, Parigi, Berlino), il Nordafrica (Tangeri, innanzitutto), Messico e poi di nuovo gli States.
Dal 1974 si stabilì in un ex spogliatoio da cui creò un appartamento senza finestre che soprannominò “Il bunker”. Da lì diede seguito alla sua opera letteraria, sempre meno visionaria, sempre più orientata alla raffigurazione di un mondo in faticoso equilibrio tra realtà e dimensione onirica. Il suo obiettivo dichiarato era raggiungere la libertà da ogni controllo, da ogni stereotipo, dalla pressione sociale.
Per giungere ad una conclusione che non lascia vie di scampo: il grosso problema del mondo è che siamo in troppi.
COLLEGAMENTI ED INFLUENZE
Oltre ai suoi romanzi William Burroughs influenzò scrittori di fantascienza come J.G. Ballard e ispirò i mondi del cinema e della musica.
Il collegamento che viene quasi automatico è con Il pasto nudo (Naked Lunch), il film del 1991 diretto da David Cronenberg.
Il film è ispirato al romanzo Pasto nudo, nonché alle reali circostanze in cui Burroughs scrisse a Tangeri il suo romanzo, pubblicato prima in Francia nel 1959 e poi nel 1962 negli USA.
Ha partecipato come attore ai film Chappaqua di Conrad Rooks (1966), Decoder di Klaus Maeck (1984) e Drugstore Cowboy di Gus Van Sant (1989); in quest'ultimo film interpreta un ex prete tossicodipendente.
Ha partecipato al videoclip di Election Day degli Arcadia, in una scena in cui, seduto al buio vicino ad una scalinata, tira un cristallo numerato sul pavimento e viene illuminato con una torcia da Nick Rhodes.
Ha partecipato al videoclip Last Night on Earth degli U2: nella scena finale si vede Burroughs che chiude gli occhi. Il videoclip fu girato pochi giorni prima che Burroughs venisse colto dall'attacco cardiaco che lo uccise.
L'interesse di William S. Burroughs per la magia (in particolare per la magia del caos) lo indurrà nel 1993 all'iniziazione presso l'organizzazione IOT (Illuminati di Thanateros), fondata nel 1978 da Ray Sherwin e Peter J. Carroll.
Ha partecipato, prestando la sua voce a Sharkey's Night, un brano dell'album Mister Heartbreak (1984) di Laurie Anderson.
Influenza nella musica
Il nome del gruppo rock psichedelico Thin White Rope fu ispirato da una metafora usata dallo scrittore per definire il liquido seminale maschile.
Il gruppo musicale inglese Soft Machine prese il nome dal romanzo La macchina morbida.
La canzone The Wild Boys dei Duran Duran è deliberatamente ispirata al suo romanzo del 1971, dal quale il regista Russell Mulcahy intendeva trarre un film. Mulcahy creò l'omonimo videoclip nel tentativo di illustrare le sue idee; ma il film, ancor più ambizioso e costoso, restò irrealizzato. Burroughs finì poi col figurare in un cameo di sette secondi con gli Arcadia, progetto collaterale di alcuni membri del gruppo.
Nel 1992 Kurt Cobain dei Nirvana e Burroughs registrarono insieme il disco "The Priest they called him".
Stefano Superchi