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24 agosto 2024

NICK & BART. Le opere dedicate alla memoria di Sacco e Vanzetti.

 NICK & BART

Le opere dedicate alla memoria di Sacco e Vanzetti.

 


Immigrati e patrioti. Nel lessico politico odierno questi due termini manderebbero in corto circuito qualsiasi motore di ricerca. Ma non è di semantica che vogliamo parlare, bensì delle vicissitudini di Sacco e Vanzetti, condannati alla sedia elettrica il 23 agosto del 1927, da innocenti; ma questo sarà di pubblico dominio solo quando sarà troppo tardi. Immigrati negli Stati Uniti ed orgogliosamente italiani. Altri tempi, si dirà. Vero, probabilmente, ma anche altro spessore dei personaggi, rispetto al livello cui siamo abituati oggi.
Ma non è della vicenda in senso stretto che parleremo, piuttosto delle pricipali opere che da questa vicenda (e dall’ondata di sdegno suscitata da essa) trarranno spunto negli anni a venire.

La storia in breve
Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti vengono arrestati, processati e condannati a morte con l’accusa di omicidio di un contabile e di una guardia del calzaturificio Slater and Morrill di South Braintree. Saranno  uccisi sulla sedia elettrica nel penitenziario statunitense di Charlestown il 23 agosto 1927 nonostante i molteplici dubbi sulla loro colpevolezza e la confessione del detenuto portoghese Celestino Madeiros che li scagionava.




Il processo

“Io non augurerei a un cane o a un serpente - affermava Vanzetti rivolgendosi per l’ultima volta al giudice - alla più bassa e disgraziata creatura della Terra. Non augurerei a nessuna di queste creature ciò che ho dovuto soffrire per cose di cui non sono colpevole. Ma la mia convinzione è che ho sofferto per cose di cui sono colpevole. Sto soffrendo perché sono un anarchico, e davvero io sono un anarchico; ho sofferto perché ero un Italiano, e davvero io sono un Italiano (…) se voi poteste giustiziarmi due volte, e se potessi rinascere altre due volte, vivrei di nuovo per fare quello che ho fatto già”.
“La giuria
- diceva - ci aveva odiati fin dal primo momento perché eravamo contro la guerra. La giuria non si rendeva conto che c’è della differenza tra un uomo che è contro la guerra perché ritiene che la guerra sia ingiusta, perché non odia alcun popolo, perché è cosmopolita, e un uomo invece che è contro la guerra perché è in favore dei nemici. Noi non siamo uomini di questo genere. Noi crediamo che la guerra sia ingiusta e ne siamo sempre più convinti”.


 
La verità

“Nel caso di Sacco e Vanzetti - scriveva sul New York Times nell’agosto del 2007 Andrea Camilleri - sembrò subito chiaro a molti, in Europa e negli Stati Uniti, che il loro arresto, nel 1920 - inizialmente per possesso di armi e materiale sovversivo, poi con l’accusa di duplice omicidio commesso nel corso di una rapina nel Massachusetts - i tre processi che seguirono e le successive condanne a morte erano pensati per dare, attraverso di loro, un esempio. E questo nonostante la completa mancanza di prove a loro carico, e a dispetto della testimonianza a loro favore di un uomo che aveva preso parte alla rapina e che disse di non aver mai visto i due italiani.  La percezione era che Sacco, un calzolaio, e Vanzetti, un pescivendolo, fossero le vittime di un’ondata repressiva che stava investendo l’America di Woodrow Wilson. In Italia, comitati e organizzazioni contrari alla sentenza spuntarono come funghi non appena essa fu annunciata. Quando la sentenza fu eseguita, nel 1927, il fascismo era al potere in Italia da quasi cinque anni e consolidava brutalmente la propria dittatura, perseguitando e imprigionando chiunque fosse ostile al regime, inclusi naturalmente gli anarchici. Eppure, quando Sacco e Vanzetti furono giustiziati, il più grande quotidiano italiano, il Corriere della sera, non esitò a dedicare alla notizia un titolo a sei colonne. In bella evidenza tra occhielli e sottotitoli campeggiava un’affermazione: Erano innocenti".

Erano innocenti. E la storia darà loro ragione.

 

 
Nel 1977 il governatore del Massachusetts, Michael S. Dukakis, riabiliterà le loro figure scrivendo nel documento che proclamerà per il 23 agosto di ogni anno il S.&V. Memorial Day che “il processo e l’esecuzione di Sacco e Vanzetti devono ricordarci sempre che tutti i cittadini dovrebbero stare in guardia contro i propri pregiudizi, l’intolleranza verso le idee non ortodosse, con l’impegno di difendere sempre i diritti delle persone che consideriamo straniere per il rispetto dell’uomo e della verità.
 Oggi come ieri.

 

 

Alcune opere dedicate a Sacco e Vanzetti


Nel dicembre 1927 il drammaturgo Maxwell Anderson, insieme ad Harold Hickerson, lavora ad un dramma dal titolo Gods of lightning (Dei della folgore) che ha per argomento le vicende di Sacco e Vanzetti e viene rappresentato a Broadway il 24 ottobre 1928;
    


nel 1935 il dramma Gods of lightning di Maxwell Anderson diventa Winterset e viene ospitato dai maggiori teatri statunitensi. L'anno successivo, sempre col medesimo titolo, diventa film (ritenuto uno dei dieci migliori film dell'anno) e nel 1937 approda alla Mostra internazionale del cinema di Venezia con il titolo Sotto i ponti di New York ottenendo due nomination al Premio Oscar;


   

l'opera The Condemned scritta nel 1932 da Marc Blitzstein, interrotta nel 1964 a seguito della morte del medesimo, viene completata a partire dal 1978 da Leonard Lehrman;

 



Mosaico di Ben Shahn a ricordo di Sacco e Vanzetti all'Università di Syracuse, (N.Y.);

 

l'originale televisivo The Sacco-Vanzetti Story scritto da Reginald Rose nel 1960 per la NBC;

  


il dramma in tre atti Sacco e Vanzetti, di Mino Roli e Luciano Vincenzoni, messo in scena nel 1960 dalla compagnia Gli Associati con la regia di Giancarlo Sbragia;

 


 il film del 1971 Sacco e Vanzetti diretto da Giuliano Montaldo;



la canzone dei titoli era Here's to You di Ennio Morricone, cantata da Joan Baez, autrice del testo, che riprende le parole finali di un discorso di Bartolomeo Vanzetti:





«Here's to you Nicola and Bart
Rest forever here in our hearts
The last and final moment is yours
That agony is your triumph!»

 

«Vi rendo omaggio Nicola e Bart
Per sempre riposate qui nei nostri cuori
Il momento estremo e finale è vostro
Questo dolore è il vostro trionfo!»

 

 

(Joan Baez, Here's to you)




 

La versione italiana del brano è Ho visto un film, con un testo scritto da Franco Migliacci, cantata da Gianni Morandi;
 


 

lo sceneggiato Sacco e Vanzetti, regìa di Giacomo Colli, protagonisti Franco Graziosi e Achille Millo, prodotto dalla Rai nel 1964, ma mandato in onda solo nel 1977 in quanto la Rai, inizialmente, decise di non presentarlo al pubblico per timore di turbare i rapporti con gli Stati Uniti; (di questo sceneggiato, censurato dal vicepresidente Rai Italo De Feo, non si trovano in rete tracce audiovisive. n.d.r.);

 il documentario Sacco e Vanzetti di Peter Miller del 2006;
  


 

la canzone Colpevole di ghetto dei Gang;
    


 

la canzone The Ballad of Sacco and Vanzetti interpretata da Les Anarchistes e Petra Magoni, nell'album La musica nelle strade! de Les Anarchistes (2005);
  


la canzone Sacco e Vanzetti dei Sine Frontera (dall'album 20 Now del 2009), riarrangiamento e omaggio all'originale brano della cantautrice folk Giovanna Daffini;

 


Ballad of Sacco e Vanzetti di Woody Guthrie composta nel 1946-47 (ma uscita nel 1964);
 


Sacco and Vanzetti del gruppo ska Against All Authority (2001);


la canzone popolare Sacco e Vanzetti interpretata da Francesco De Gregori e Giovanna Marini;
 


 

la canzone La Lettera del gruppo forlivese LeTormenta che è parte della lettera scritta da Nicola Sacco al figlio;

 

 

la canzone popolare Sacco & Vanzetti interpretata da Christy Moore nell'album The Black Album (1975);
 

 

la canzone Sacco e Vanzetti, in lingua sarda, degli Askra dal loro lavoro Colores... Dolores;



la nipote di Nicola Sacco (Fernanda Maria Sacco) ha scritto un libro, pubblicato nel luglio del 2008, intitolato I miei ricordi di una tragedia familiare (Malatesta editrice);

 


la canzone Lacreme 'e cundannate di Alfredo Bascetta, composta il 5 maggio 1927, prima della definitiva condanna a morte. Questa è senz'altro la più famosa canzone napoletana sulla vicenda di Sacco e Vanzetti;
    


 

La canzone napoletana A seggia elettrica, con la musica di E.A. Mario che risale al 1924 e che narra della tragedia della madre che apprende dai giornali della condanna a morte del figlio e vende tutto ciò che possiede per finanziare la sua difesa e muore distrutta dal dolore;



Agnetha Fältskog del gruppo pop svedese ABBA, nel 1972 fece la versione tedesca di Here's to You intitolata Geh' Mit Gott;


 

nel video musicale della canzone No Shelter del gruppo Rage Against the Machine, appare più volte la scena della condanna a morte ma il video non è più disponibile su youtube;

lo spettacolo di teatrodanza “Sacco e Vanzetti” viene realizzato e presentato dalla coreografa Mila Tomsich nel 2007, a 80 anni dalla morte dei due anarchici italiani, in prima mondiale al Maschinenhaus di Berlino, con sovvenzioni del Comune di Berlino – Settore Cultura e Spettacolo – Prenzlauer Berg e il patrocinio di Amnesty International-Germania-Italia e dell’Istituto di Cultura Italiano della città;

 

nella stagione teatrale 2008-2009 il Gruppo Teatro Colli di Bologna ha portato in scena Sacco e Vanzetti, di Giancarlo Brancale;


    

nel 2009 il rapper Kento dedica il suo album d'esordio da solista e il rispettivo singolo ai due anarchici Italiani (Relief Records, 2010);

  

la miniserie televisiva di Fabrizio Costa prodotta da Mediaset e trasmessa nel 2005 con gli attori Sergio Rubini ed Ennio Fantastichini come protagonisti;



  

una strofa della canzone Oltre il mare dei Two Fingerz, cantata da Dargen D'Amico, è dedicata ai due anarchici;
    


Hideo Kojima ha utilizzato The Ballad of Nick & Bart (Here's to you) di Ennio Morricone in Metal Gear Solid 4: Guns of the Patriots per i titoli di coda e come canzone d'apertura per Metal Gear Solid V: Ground Zeroes, prologo di Metal Gear Solid V: The Phantom Pain. Inoltre ha dichiarato che le vicende di entrambi i capitoli di Metal Gear Solid V si ispirano alla storia di Sacco e Vanzetti in quanto parlano di ingiustizia;
   


 

i due vengono inoltre citati all'interno dell'ottavo episodio della prima stagione della serie televisiva americana I Soprano's dal protagonista Tony;
  


Il racconto del 2022 The Anarchist's Wife di Margo Laurie è una rappresentazione romanzata del caso Sacco e Vanzetti.



Stefano Superchi

 

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