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18 febbraio 2024

PER SEMPRE AUGUSTO!

 PER SEMPRE AUGUSTO!

Figlio della beat generation, nasce a Novellara “nel cuore della notte, mentre freddo e brina duellavano con rami secchi di pioppi e tigli" e nonostante ci furono periodi in cui i Nomadi facevano anche duecento serate all’anno, rimane sempre un uomo con le radici in questa terra agreste e ruvida


Oggi, 18 febbraio del ‘47, nasceva Augusto Daolio.

Lo menziona Facebook e in un attimo si spalanca il portone della malinconia e dei bei ricordi. Non credo sia necessario elencare le sue tappe artistiche, più o meno le conosciamo tutti.

Figlio della beat generation, nasce a Novellara “nel cuore della notte, mentre freddo e brina duellavano con rami secchi di pioppi e tigli” e nonostante ci furono periodi in cui i Nomadi facevano anche duecento serate all’anno, rimane sempre un uomo con le radici in questa terra agreste e ruvida. Non è un divo Augusto anzi, il suo stile di vita, il suo modo di stare in scena, e persino la sua voce, sono l’esatto opposto di quello che oggi vediamo nel mondo del pop. Occhialini alla Lennon, jeans e camicia, barba simile a quella dei vecchi barcaioli del Po, non perde mai la sua identità artistica e poliedrica nemmeno quando interpreta pezzi scritti da altri grandi, tra i quali un ancor giovane Guccini, suo collaboratore e amico.

Le sue canzoni, che spaziano dalla lotta sociale, a malinconiche storie d’amore fino alle ballate di errabondi sognatori, hanno segnato un’epoca, furono bandiera per tanti giovani di allora e continuano ad esserlo per i figli dei loro figli oggi. Cos’è l’immortalità? Forse un uomo semplice, di terra e di fiume, con i piedi nella bassa reggiana, le gambe in giro per il mondo, la testa nelle nuvole e il cuore nella natura e tra la gente; oppure l’immortalità è una voce che ti ricorda subito chi sei, che ti da un senso di appartenenza, è quel giro di note che appena le senti le riconosci e non puoi evitare di cantare, è il ricordo e la nostalgia di ciò che si era e al tempo stesso la fierezza “di essere stati quelli di quei tempi là”. E’ rimanere in un dipinto, in una poesia, in una ballata, nel coraggio di una lotta, in un timbro di voce, nei cuori della gente.

Non so di che parlasse oggi Facebook, non mi era mai capitato di leggere della morte di uomo che in verità non è mai morto! Per sempre Augusto!

Giovanna Anversa
 
il murale dedicato ad Augusto Daolio, a Novellara

Oggi, 18 febbraio, 77 anni fa, nasceva a Novellara Augusto Daolio; sempre a Novellara, il 7 Ottobre del 1992, si chiudeva il cerchio della sua vita terrena. Ma facendo una audace sintesi fra due canzoni interpretate dai Nomadi, potremmo scrivere “Dio è morto”, “Ma noi no”.

Augusto è vivo, nella memoria delle generazioni della Bassa che lo hanno visto, ascoltato, sentito raccontare. È vivo nelle tavolate di amici nei locali “alla buona” e nelle notti gravide di afa e di zanzare, è vivo nel segno che lascia il lambrusco sul bicchiere e nella nebbia che inghiotte i campanili delle chiese di campagna.

Augusto e i Nomadi sono vivi anche nella memoria collettiva inconsapevole di chi non li ha mai seguiti con particolare trasporto, ma che non riesce a non cantare, quando sente partire “Un pugno di sabbia” o “Ho difeso il mio amore”.

È il DNA della Bassa, bellezza!

Stefano Superchi
 
 
 
Per chi volesse approfondire l'argomento, vi proponiamo il link di RaiPlay al documentario RAI del 2023 "Nomade che non sono altro", per la regia di Fedora Sasso.
 
Sono i primi anni '60 quando tra Modena e Reggio Emilia Beppe Carletti e Augusto Daolio decidono di formare una loro band. L'esordio avviene nel 1963 e il nome scelto è Nomadi. Il documentario racconta la storia dei Nomadi attraverso la testimonianza di Beppe Carletti e ci accompagna fino al concerto evento di giugno 2023 a Novellara, che festeggia i sessant'anni della band.
 

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