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20 aprile 2025

Pippi Calzelunghe, l'immaginazione che diventa magia

 Pippi Calzelunghe

l'immaginazione che diventa magia

 


 

 Compie 80 anni Pippi Calzelunghe, la bambina più simpatica, amata e invidiata del pianeta, l'amica che tutti avremmo voluto avere. Pippi è una delle protagoniste più seguite della letteratura per bambini. La storia è opera della famosa scrittrice svedese Astrid Lindgren, pubblicata per la prima volta nel 1945. Da allora le avventure di Pippi sono state tradotte in moltissime lingue e hanno conquistato il cuore di milioni di lettori provenienti da ogni parte del globo, portandoli in un mondo di fantasia, speranza e libertà.

 


Pippi ha 9 anni e vive in un piccolo villaggio vicino al mare con un cavallo a pois e una scimmietta. La casa di Pippi, Villa Villekulla, è una vecchia casa colorata con un giardino pieno di fiori e alberi. Pippi è una bambina speciale, ha i capelli rossi, calze lunghe a righe e scarpe più grandi del normale, un viso simpatico tempestato di lentiggini e un sorriso splendente; è allegra, spensierata, molto forte fisicamente, al punto che può addirittura sollevare un cavallo! Sa badare a sé stessa e morde la vita. Figlia di un marinaio, il capitano Efraim Calzelunghe, perde la mamma in mare durante una tempesta mentre era in viaggio col marito Calzelunghe, che inizialmente viene dato per disperso; in realtà il Capitano Calzelunghe si salva e si presenta dopo mesi a Villa Villekulla per riprendersi la sua bambina.

 


Pippi non vuole però andare più per mare, sta bene nella sua casetta, coi suoi animali e i suoi amici Tommaso e Annika. Il capitano accetta la sua decisione e le lascia sacchi pieni di soldi, che faranno impazzire molti ladri, venedola a trovare ogni volta che può, ogni volta che il mare lo porta da quelle parti.
L'assenza della mamma nella vita di Pippi è un tema importante nella storia. Pippi sente forte la mancanza ma non si lascia influenzare dalla tristezza anzi, la sua assenza la spinge a essere ancora più indipendente e autosufficiente, è una bambina felice e spensierata che ama giocare e vivere storie avventurose.
 


Un giorno incontra due bambini del vicinato, i fratelli Tommaso e Annika. I tre diventano subito amici e iniziano a condividere avventure e giochi. Pippi li porta in un mondo di fantasia, dove tutto è possibile mentre la loro mamma, da mamma quale è, accoglie Pippi come una figlia.
La storia di Pippi Calzelunghe porta molti messaggi importanti per i bambini:
1. Il senso dell'amicizia: Pippi, Tommaso e Annika mostrano come l'amicizia possa essere una fonte di gioia, condivisione, amore e sostegno.
2. La libertà di essere se stessi: Pippi è una bambina unica e speciale che insegna come sia importante non indossare maschere e non cercare di conformarsi agli altri.
3. La potenza dell'immaginazione: avventure, giochi, fantasia e sogno sono il motore della creatività e del divertimento, stendardi di salvezza da una realtà grigia, cupa e spesso cattiva.
 


Il susseguirsi di avventure meravigliose e mirabolanti in cui il lettore può perdersi catapultato, in un mondo di fantasia e libertà, dove l'amicizia vera e l'essere sé stessi, non sono solo desiderio ma realtà, sono balsamo benefico per l'anima.
Pippi è solo una bambina ma è libera e indipendente, non si lascia influenzare dalle regole e dalle convenzioni sociali e soprattutto è diversa, di una diversità che inquieta i benpensanti e galvanizza i cuori liberi. Questo la rende affascinante e al tempo stesso istruttiva per i bambini che sognano, per i bambini che hanno amici e mondi immaginari in cui la loro personalità cresce e si forma.
Pippi trova nell'immaginazione l'imput per vivere avventure e giochi mirabolanti che dimostrano come la fantasia possa essere fonte di divertimento, di crescita armonica e di preparazione a quello che sarà il vivere nel mondo degli adulti.
 


Pippi è leale, presente, pronta ad aiutare, è un'amica affidabile su cui contare, è un'amica che non tradisce. La sua allegria, la sua positività, nonostante le circostanze difficili, sono uno degli aspetti più interessanti della storia in quanto stanno alla base del vivere la vita come un dono da rispettare.
La positività che sprigiona e che inevitabilmente influenza chi viene in contatto con lei, vengono dall'essere una bambina ottimista, resiliente e forte spiritualmente, qualità che le conferiscono anche una forza fisica da super eroe, metafora a dimostrazione che ciò che anima lo spirito si riversa anche sul corpo. E' indipendente e non lascia che le circostanze negative vadano a drogare la bellezza che lei sente dentro di sé e nel mondo, seppur sgangherato, difficile e greve, per lei dietro l'angolo qualcosa di positivo c'è sempre, basta sapere sorridere e aspettare.
 


Se penso alle tante fiabe ascoltate e poi a mia volta raccontate, Pippi è di certo il personaggio più potente e positivo che un bambino possa incontrare. In questa opera c'è tutto, la narrazione trasporta in un mondo immaginario, rifugio importante per l'infanzia, ma è un rifugio che non estrania dal mondo reale, anzi, non manca di trasferire valori fondamentali quali l'amicizia, la solidarietà, la bontà d'animo, il coraggio e la forza di reagire. Pippi nutre grande affetto per i suoi amici, Tommaso e Annika, per gli animali, per la natura, combatte le ingiustizie con una determinazione che assume la stessa valenza degli spinaci per Popeye o delle noccioline per Super Pippo, rendendola invincibile.

 



La scrittrice Astrid Lindgren, più volte intervistata, dice che il leit-motiv è trasmettere un messaggio di ottimismo, resilienza e fiducia nella vita ed ha trovato in Pippi il personaggio perfetto per dimostrare che, anche nelle circostanze più difficili, è possibile trovare allegria, serenità, divertimento e soluzioni a ciò che è male.
A Pippi Calzelunghe, in svedese "Pippi Långstrump", vengono dedicate due produzioni: una televisiva e una cinematografica, entrambe tratte abbastanza fedelmente dal romanzo, dirette da Olle Hellbom e la cui sceneggiatura è della scrittrice stessa.



Pippi Calzalunghe, la sua casa , il suo cavallo, le sue trecce rosse, i suoi dentoni sporgenti, il suo sorriso lampeggiante hanno segnato l'infanzia di una moltitudine di bambini, oggi adulti che non mancano di raccontare di lei a figli e nipoti. Abbiamo sognato, amato, vissuto avventure, combattuto a suon di pugni ladri che pensavano di poterle rubare il denaro facilmente, abbiamo immaginato di vivere in quel paese nordico e in quella casa naif dove un cavallo bianco a pois neri e una piccola scimmietta, il Signor Nelson, con tanto di gilet e cappellino, sono presenze del tutto umane.

 


Pippi è l'amica sperata, è il personaggio immaginario che salva il cuore di bimbo dalle paure e lo sprona a sognare un mondo buono dove il male non è mai invincibile. La ricordiamo, nonostante i suoi 80 anni, ancora bimba , con le mani sui fianchi in piedi sulla staccionata di Villa Villekulla, la vestina asimmetrica, gli stivaletti più grandi dei piedi, le calze a righe, una più lunga dell'altra, e quel sorriso sornione che sembra dire: don't worry, tutto è possibile!!!!

Giovanna Anversa


18 aprile 2025

World Press Photo 2025. Le foto vincitrici.

 World Press Photo 2025

le foto vincitrici

 

Tra conflitti, cambiamento climatico, politica e questioni di genere, ecco le immagini migliori dell'anno

 


 Presso il De Nieuwe Kerk di Amsterdam, World Press Photo ha annunciato i vincitori del concorso World Press Photo Contest 2025. La vincitrice assoluta del concorso è la fotografa palestinese Samar Abu Elouf, che si è aggiudicata il premio Photo of the Year con uno scatto realizzato per il The New York Times: la foto rappresenta Mahmoud Ajjour, un bambino di 9 anni rimasto gravemente ferito nel corso di un attacco israeliano a Gaza City nel marzo 2024 mentre cercava di fuggire con la sua famiglia. Mahmoud, coinvolto in un'esplosione, ha perso entrambe le braccia.

“Questa è una foto silenziosa che parla con forza. Racconta la storia di un singolo bambino, ma anche di una guerra più ampia, le cui conseguenze si estenderanno per generazioni. Scorrendo il nostro archivio, nel 70° anno di World Press Photo, mi trovo davanti a troppe immagini come questa - ha commentato la direttrice esecutiva di World Press Photo, Joumana El Zein Khoury -. Sono profondamente grata ai fotografi che, nonostante i rischi personali e il peso emotivo, scelgono di documentare queste storie, permettendoci di comprendere, sentire empatia e trovare la motivazione per agire”.

 

 

In occasione dell'opening stampa della mostra, World Press Photo ha annunciato altri due finalisti (premiati) del contest: John Moore, con la fotografia “Night Crossing”, e Musuk Nolte, con lo scatto "Droughts in the Amazon".
Ha premiato inoltre due fotografi locali: Prins de Vos e Marijn Fiddler.

I partecipanti hanno rappresentato al meglio i temi trattati in questa 70esima edizione del concorso: politica, questioni di genere, migrazioni, conflitti e crisi climatica.


 

Vi presentiamo di seguito una selezione delle foto premiate e di altre in concorso.


Mahmoud Ajjour, Samar Abu Elouf - Photo of the Year

Ritratto di Mahmoud Ajjour, un bambino di 9 anni gravemente ferito nel corso di un'esplosione a Gaza City, che gli ha provocato la perdita di entrambe le braccia. Ora, dopo un'operazione, Mahmoud sta imparando a usare i piedi per scrivere, giocare con il telefono e aprire le porte, ma il suo sogno è quello di riuscire ad avere delle protesi per tornare a vivere come un qualunque bambino della sua età.


 
 Night Crossing, John Moore - finalista

Un gruppo di migranti cinesi si scalda dopo aver attraversato il confine tra Stati Uniti e Messico.
 

 
Droughts in the Amazon, Musuk Nolte - finalista

Un giovane uomo immortalato mentre sta portando il cibo alla madre che vive nella cittadina di Manacapuru, un tempo raggiungibile in barca. Ora, invece, il cambiamento climatico costringe gli abitanti della zona a camminare sul letto asciutto del fiume Solimões.
 


Tamale Safalu, Marjin Fidder

Il culturista Tamale Safalu ripreso in una sessione di allenamento nella sua casa in Uganda. Dopo aver perso una gamba in un incidente in moto nel 2020, è diventato il primo atleta disabile ugandese a gareggiare con i normodotatI.
 

 
 Gaza under Israeli attack, Ali Jadallah

9 aprile 2024, Striscia di Gaza. I palestinesi fanno ritorno nelle loro case a Khan Junis, dopo che le truppe israeliane si sono ritirate dal territorio.
 

 
 Brazil’s worst ever floods, Amanda M. Perobelli

Canoa, una delle città brasiliane più colpite dalle alluvioni del maggio 2024. Un disastro ambientale che ha causato più di 180 morti e lo sfollamento di oltre 600mila persone.
 
 

 
 
 Attempted assassination of Donald Trump, Jabin Botsford

Una delle scene più iconiche del 2024: Donald Trump scende dal palco del suo comizio elettorale in Pennsylvania, scortato dai membri del Secret Service, dopo essere stato colpito all’orecchio dal proiettile di un attentatore.
 

 
 Democracy dies in darkness, Rafael Heygster

Un dettaglio degli occhi di Alice Weidel, la leader politica del partito di estrema destra Alternative für Deutschland.
 

 
Beyond the trenches, Florian Bachmeier

Una bambina di 6 anni, Anhelina, sdraiata a letto nella sua nuova casa. Dopo essere stata costretta a fuggire da Kupiansk, cittadina coinvolta nel conflitto tra Russia e Ucraina, la piccola soffre di attacchi di panico.
 

 
 
Gabriel Medina during the Paris 2024 Olimpic Games, Jerome Brouillet

Il surfista brasiliano Gabriel Medina immortalato sospeso sull’acqua, in un momento unico delle Olimpiadi di Parigi. Uno scatto che ha fatto il giro della rete, guadagnando più di 9.5 milioni di Like sul profilo Instagram del fotografo.
 

 
 
 Women’s bodies as battlefields, Cinzia Canneri

Una giovane 23enne Eritrea mostra la cicatrice di un proiettile sparato dai soldati Amhara.
 

 
 
 Kenya’s Youth Upirising, Luis Tato

Un manifestante immortalato nelle proteste in Kenya, durante le quali la polizia ha usato acqua mista a colorante rosa per disperdere i manifestanti e poi poterli identificare con maggiore facilità.
 

 
 
 a cura di Stefano Superchi
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

17 aprile 2025

Fotografia. Juergen Teller a Sabbioneta. La nostra inviata nell’Arte.

 Fotografia

Juergen Teller a Sabbioneta

La nostra inviata nell’Arte

 


In questi ultimi mesi ho avuto la conferma dell'imprevedibilità della vita, dove situazioni avverse, indipendenti dalla nostra volontà, si rivelano portatrici di splendide occasioni.
 



Non capita tutti i giorni di poter visitare una mostra fotografica, allestita in una straordinaria cornice architettonica ed avere il privilegio di essere l'unica visitatrice in quel momento della giornata. Complici la giornata lavorativa ed il tempo meteorologico avverso. 

 



Sto parlando di Sabbioneta (Mn) dove, nella Galleria degli Antichi, sono esposte le opere dell'artista Juergen Teller, uno dei nomi più celebri della fotografia contemporanea.
 


Di origini tedesche, ha collaborato con le più importanti riviste di moda. Le immagini esposte sono allo stesso tempo sofisticate e irriverenti, spesso volutamente disturbanti.
 


Straordinario l'effetto scenico della Galleria degli Antichi, in contrasto con la scarna modernità degli scatti esposti. Lunga 97 metri, è stata edificata tra il 1584 e il 1586, per contenere la collezione di marmi pregiati del Duca di Sabbioneta Vespasiano Gonzaga.
 



Agli estremi della galleria, gli affreschi del colonnato in prospettiva rendono l'illusione di un'estensione ancora maggiore.
 


Ho concluso la mia piacevolissima visita "in solitaria" attraversando il giardino esterno, a cui si accede mediante il Palazzo Giardino, concepiti come luogo della vita privata di Vespasiano Gonzaga...
 

 


Avvolta dall' umido sentore di pioggia imminente, ho passeggiato attraverso lunghi vialetti, in compagnia dello scricchiolio della ghiaia sotto le mie scarpe, in un insolita sensazione di tempo sospeso.


Elisa Riva




Informazioni sulla mostra"7 ½" di Juergen Teller sul sito visitsabbioneta.it

 

14 aprile 2025

Ode alla radio pirata, sopravvissuta a tutto, uccisa dal mercato

Ode alla radio "pirata", sopravvissuta a tutto, uccisa dal mercato

 


 

14 aprile 1975.

La Polizia Postale sequestra gli impianti di trasmissione di Radio Milano International. La motivazione è che la stazione radiofonica è da considerarsi "pirata".

 


Dalla metà degli anni '60 stava crescendo nei giovani europei una voglia di radio, intesa come intrattenimento, musica e informazione non controllata dai governi. Nel paese europeo leader allora nella libertà e nei costumi, la Gran Bretagna, questa voglia era stata appagata dalle cosiddette radio pirata (Radio Caroline, Radio Veronica) e la stessa cosa avveniva in altri paesi del Nord Europa.
 



L’Italia, come su altri temi, arrivava in ritardo, cercando di controllare a livello centrale la “voglia di novità”. La Rai cercò di mettere una pezza a questa esigenza lanciando nel proprio palinsesto programmi di “rottura” alla tradizionale programmazione ingessata: trasmissioni come Bandiera Gialla, Per voi giovani, Alto gradimento, Hit-Parade, sono ancora vive nei ricordi dei giovani dell’epoca. Anche in Inghilterra la BBC lanciò le storiche trasmissioni musicali Ready Steady Go!, Saturday Club o Top Of The Pops.
 

 

Alto Gradimento

Una opportunità alternativa per i ragazzi italiani era rappresentata da due radio straniere che trasmettevano in lingua italiana e che avevano fiutato l’onda iniziando una programmazione orientata ai giovani e alla musica, con un linguaggio nuovo. Erano Radio Montecarlo e Radio Capodistria.
Radio Montecarlo trasmette dal marzo del 1966 dal principato di Monaco, con deejay che sarebbero stati d’ispirazione per gli anni successivi, come il pioniere Herbert Pagani, Robertino, Federico L'Olandese Volante, Awanagana, Luisella Berrino. Il limite di Radio Montecarlo era la trasmissione in onde medie, con un trasmettitore potentissimo, ma ricevibile solo sulla costa tirrenica del nostro paese. 

 

Awanagana

Radio Capodistria invece trasmetteva dal versante istriano, era una radio che proponeva un nuovo stile di conduzione, vivace, che sarebbe stato poi assorbito dalla RAI con il celebre programma Supersonic.




All’inizio degli anni '70 si crearono le condizioni per la radiofonia privata in tutta Europa, e stavolta l'Italia era in prima fila per numero di emittenti e numero di ascoltatori. Uno dei motivi di questo fermento era dovuto anche alle contestazioni del 68’ e dei primi anni ‘70, quando la voce operaia e studentesca fece tremare e vacillare governi e istituzioni. Nelle rivendicazioni di quegli anni c’era il desiderio di crescita della libertà individuale, ma anche l’ambizione di poter scegliere in autonomia le fonti di informazione.



Già dal 1974 l'attacco al monopolio di Stato era nell'aria e diversi operatori si stavano preparando a sfidare la legge approfittando delle contraddizioni che conteneva. La prima in assoluto ad iniziare le trasmissioni fu Radio Parma, il 1 gennaio del 1975. Protagonisti della storica iniziativa l'imprenditore Virgilio Menozzi, il giornalista Carlo Drapkind (il direttore responsabile) e l'esperto radioamatore di Parma Marco Toni, che curò e realizzò la parte tecnica, mettendo in funzione un trasmettitore di potenza relativamente limitata (22W) ma sufficiente per coprire la maggior parte della città.


 

Il palinsesto, come per tutte le radio dei primi tempi, era piuttosto completo e ispirato al modello RAI, con programmi di informazione, approfondimenti e cronache locali. Dai microfoni di Radio Parma uscirono conduttori storici come Mauro Coruzzi, diventato poi celebre anche al di fuori del mondo della radio come Platinette.

 



A seguire arrivarono Radio Milano International (marzo 1975) e Radio Roma (giugno 1975). Da citare anche, tra i pionieri, Radio Bologna e, in ambito televisivo, Tele Biella, che effettuarono entrambe tentativi di trasmissione già nel corso del 1974.



In pochi mesi, tutte le frequenze disponibili, almeno nelle grandi città, vennero saturate da decine di radio libere, in certi casi con le stesse frequenze occupate da due radio, in una jungla con poche regole per sopravanzare altre radio vicine e che, anche in un'area contigua, trasmettevano sulla stessa frequenza.

Per coprire tutta la giornata la musica era fondamentale; riempire il palinsesto con trasmissioni autoprodotte, inchieste giornalistiche o altre tipologie di trasmissioni come faceva la radio di Stato era impensabile, quindi il palinsesto della radio libere era sostanzialmente costituito da musica di vari generi, con rubriche di musica classica, di jazz, musica lirica, e naturalmente tanto rock, cantautori, e la musica pop del momento.

 

Fino alla sentenza della Corte Costituzionale del 28 luglio 1976 le radio trasmettevano utilizzando una interpretazione estensiva della legge allora vigente (la 103/1975), esponendosi quindi a denunce e sequestri. Incuranti delle possibili conseguenze molte radio trasmettevano con regolarità, e a fine 1975 erano già attive in tutta Italia decine di radio. Il costo di un impianto di trasmissione a norma e di buona qualità (trasmettitore entro gli standard, potenza adeguata, emissione stereo) poteva arrivare intorno ai 50 milioni di lire di allora, ma c’era chi utilizzava elettroniche usate (a volte di provenienza militare) o riadattate limitando la potenza, cavandosela anche con soli 5 milioni. L'esercizio poteva costare intorno ai 5-10 milioni al mese, nel caso delle poche radio che avevano collaboratori a busta paga. Molte radio con ambizioni più modeste, con impianti più economici, spesso ospitati in  sale parrocchiali o sezioni di partito e ampio ricorso al volontariato, i costi scendevano di parecchio.



Era la stagione celebrata da Eugenio Finardi nel 1977 con "La radio", che raccontava la radio come strumento di informazione libera con l'entusiasmo per un nuovo strumento di comunicazione. La stessa stagione celebrata nel 1998 dal film di Luciano Ligabue "Radio Freccia".



La selezione tra le radio però non è bastata per liberare le frequenze, l'affollamento radiofonico degli albori è rimasto, cristallizzandosi per sempre, insieme alla confusione e alla sovrapposizione di frequenze, regolamentate dalla legge Mammì degli anni '80, poi scavalcata dalla legge Gasparri nel 2004. Risparmieremo il lettore da tutti i cavilli legali e procedurali per i quali ad un certo punto la RAI si arrese progressivamente all’evidenza e la Polizia Postale si limitò a reprimere solo le azioni che interferivano con le trasmissioni della forza pubblica o con le torri di controllo degli aeroporti.

 


Sta di fatto che dove prima trasmettevano tre radio, più Radio Vaticana e Radio Montecarlo, Radio San Marino e Radio Capodistria, ora trasmettevano più di 100 radio, e mentre le trasmissioni musicali sulle radio di Stato arrivavano a due tre ore al giorno, le radio libere coprivano con la musica (trasmissioni o nastri pre-registrati) anche l'ottanta per cento della programmazione. Una moltiplicazione delle trasmissioni di musica, di generi e musicisti che trovò uno sbocco sul mercato e di conseguenza un aumento della vendita di dischi. Oggi il mondo della musica e delle radio è completamente cambiato, sia dal punto di vista culturale che tecnologico, ma il trend del mercato discografico dice che le vendite di dischi diminuiscono del 10% all'anno.



Il "Far-West dell'etere", tollerato dai governi degli anni '80 a vantaggio di un gruppo privato, seguito da anni di regolamentazione carente o troppo spesso inapplicata per la parte che riguarda la radio, è la conferma del ruolo marginale che politica e industria hanno sempre attribuito a questo importantissimo mezzo di informazione e intrattenimento.
Se nella radiofonia privata degli anni ‘70 il problema era rappresentato dall'eccessivo affollamento nelle grandi città con la parallela assenza di un piano delle frequenze, essendo il quadro legislativo ancora quello dei tempi del monopolio, a 50 anni di distanza nessuno pensa più alle radio come radio libere, ma solo come radio commerciali.
E purtroppo proprio le esigenze commerciali hanno livellato gli standard verso il basso, togliendo il gusto della scoperta e allontanato ogni velleità di sperimentazione.

Stefano Superchi

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