Carosello.
E poi tutti a letto!
Ci siamo fatti una domanda: perché oggi ogni volta che ci imbattiamo in una pubblicità, e succede in continuazione, qualsiasi cosa si vada a leggere, a vedere, a seguire, passiamo oltre? Oggettivamente perché il modo di fare réclame è totalmente cambiato.
All'inizio di febbraio di qualche decennio fa del secolo scorso nasceva Carosello, un programma televisivo pubblicitario andato in onda sulla rete Nazionale della Rai, dal 3 febbraio 1957 al 1º gennaio 1977.
Veniva trasmesso tutti i giorni, tranne il venerdì santo e il 2 novembre, dalle 20:50 alle 21:00.
Officina Coolturale si chiede perché oggi saltiamo, senza pietà, tutti gli spot pubblicitari mentre il Carosello lo si aspettava ogni giorno con grande partecipazione.
Credo che la risposta sia molto semplice, Carosello era una espressione artistica mentre la pubblicità oggi è solo frutto di uno studio attento di come colpire la parte di noi che più ignora, ossia la più ignorante. Non che in passato la pubblicità, o per meglio dire l'allora réclame, non avesse come scopo quello di convincere a comprare, ma lo faceva con arte e con classe.
Il Carosello lo aspettavamo tutti, era il dopo cena e il prima di coricarsi, era un momento piacevole per concludere la giornata. La réclame non iniziava mai promuovendo il prodotto, iniziava con sketch, piccole esibizioni teatrali, video di animazione, in sostanza erano cortometraggi, artisticamente meravigliosi, nella musica, nelle immagini; solo alla fine compariva il prodotto, rendendoli piacevolmente efficaci nel messaggio.
Pertanto non solo non lo si faceva passare oltre, non lo si ignorava, lo si aspettava come momento di intrattenimento, come un vero e proprio show. Carosello chiude nel '77 e già dagli anni 80 la réclame cambia in pubblicitá. Voi direte: è la stessa cosa! No, non è la stessa cosa, la réclame di Carosello è arte, l'odierna pubblicità è imbonimento.
Carosello già nella sigla, era un pezzo di teatro, un momento per "descansare", dopo una giornata pesante, con qualcosa di bello, insieme alla famiglia.
Poi sicuramente il formaggino Invernizzi lo si comprava quindi, per la macchina che già stava architettando tutto ciò che nelle opere di convincimento oggi vediamo, fu un obiettivo raggiunto. Ma vuoi mettere l'impatto emotivo, molto più forte, che ebbe su di noi la mucca Carolina rispetto al formaggino che rappresentava? Tant'è che oggi ricordiamo più la mucca Carolina che non il suo formaggino.
Era l'inizio di dove il progresso e la modernità ci avrebbero portati, ma c'era ancora un'anima nel comunicare, nel condividere, nel creare, che di lì a poco si sarebbero perse in una nuova "verità" lasciandoci soli davanti a caroselli fasulli, fatti di luci psichedeliche utili solo ad azzerare il senso critico delle masse.
Non dimentichiamo che Carosello era concesso ai bambini in tempi in cui i metodi educativi erano ancora molto rigidi.
Vi riproponiamo in questo anniversario alcuni dei pezzi più belli che rimarranno nella storia dell'arte, della réclame e non certo dell'advertising.
Giovanna Anversa
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