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24 giugno 2025

Alfa Romeo, dal 1910 icona di stile

 Alfa Romeo

dal 1910 icona di stile

 



 Il 24 Giugno 1910 viene fondata ufficialmente a Milano la Anonima Lombarda Fabbrica Automobili, conosciuta a tutti con l’acronimo “Alfa”.

La storia dell’Alfa Romeo, simbolo di ingegno meccanico, audacia sportiva e identità ben delineata da uno stile leggendario, inizia, a dire il vero, qualche anno prima, e non a Milano.
 


È il 1906 quando nasce a Napoli la Società italiana automobili Darracq, da una collaborazione italo-francese. Il progetto però fatica a decollare e si decide quindi per il trasferimento a Milano, zona Portello, dove nasce la prima vettura firmata Alfa, la 24 Hp, progettata da Giuseppe Merosi, che incarna fin da subito la vocazione sportiva che contraddistinguerà il marchio per oltre un secolo.
 

Alfa 24 Hp

Il logo, che diventerà un’icona del settore, nasce nel 1910, quando l’illustratore Romano Cattaneo, mentre aspetta il tram in Piazza Castello, ha l’intuizione di caratterizzare l’Alfa unendo due simboli di Milano, la Croce Rossa su sfondo bianco e il biscione visconteo, dando così vita a un marchio inconfondibile, tra i più conosciuti dello scenario automobilistico mondiale.
 



La svolta arriva nel 1915, quando l’ingegnere napoletano Nicola Romeo prende le redini dell’azienda. Con un solido retroterra tecnico e una visione imprenditoriale davvero lungimirante, Romeo trasforma la fabbrica in un polo moderno e competitivo. Tre anni dopo, ne cambia il nome in Alfa Romeo.
 

 


Negli anni Venti e Trenta l’Alfa Romeo viene consacrata nell’olimpo dello sport, con la prima e storica vittoria al Campionato del mondo Costruttori con la P2, nel 1925. Ma nel dopoguerra il mito diventa leggenda, grazie alle Alfetta 158 e 159, pilotate da fuoriclasse come Nino Farina e Juan Manuel Fangio. In quell’epoca Enzo Ferrari crea la Scuderia Ferrari come reparto corse dell’Alfa Romeo, preludio a un altro capitolo epico dell’automobilismo italiano.
 

Alfa Romeo P2

Alfetta 158

La guerra e le difficoltà economiche portano alla nazionalizzazione della società nel 1933, ma il marchio non smette di progredire. Negli anni Cinquanta la Giulietta incarna il boom economico e il desiderio di rinascita, poi arriverà la Giulia, elegante e veloce, che diventerà parte dell’identità nazionale. Dagli anni Sessanta verrà aperto il grande stabilimento di Arese e Alfa diventa parte dell’immaginario collettivo. Gli anni Settanta e Ottanta sono i più turbolenti, fra crisi energetica, tensioni sociali e problemi industriali, culminati con l’acquisizione da parte del gruppo Fiat nel 1986


 


foto Stefano Superchi

 

Ma il Dna Alfa, nonostante tutto, non si scalfisce, anche perché il fascino non si limita alla strada, ma si trasferisce in un processo osmotico nelle forme d’arte che tocca.


 


Le sue vetture compaiono in film di culto come l’immortale “Il Laureato”, diventando simboli di ribellione, stile e libertà. Nei film, come nella vita reale, gli estimatori celebri non mancano, da Steve McQueen a James Bond. Nel campo musicale l’Alfa è evocata, da Lucio Dalla ai Baustelle, come simbolo di nostalgia e passione.
 


Oggi, mentre il mondo dell’auto si spinge verso l’elettrico e la sostenibilità, Alfa Romeo affronta la transizione con la consapevolezza della propria storia. Con lo sguardo sempre rivolto all’innovazione, ma senza dimenticarsi del proprio passato, per coniugare cuore, competenza e stile. L’eredità di un canone estetico che continua a correre, con lo stesso rombo che l’ha resa eterna.


Stefano Superchi




foto Stefano Superchi

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