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18 marzo 2025

Anselm Kiefer. 80 anni d'Arte, dal Terzo Reich a Van Gogh

Anselm Kiefer

80 anni d'Arte, dal Terzo Reich a Van Gogh

 



Ha compiuto ottant’anni una decina di giorni fa Anselm Kiefer, nato nella cittadina tedesca di Donaueschingen l’8 marzo 1945, pochi mesi prima della fine della Seconda guerra mondiale.
Sua madre lo diede alla luce nella cantina dell’ospedale locale e la loro abitazione venne distrutta da un bombardamento il giorno stesso. La sua nascita fu dunque in qualche modo intrecciata con le complessità dell’evoluzione della Germania come Stato. Non è un caso che l’identità tedesca sia da sempre un tema centrale nella sua opera, dagli eroi mitologici dell’era teutonica agli antieroi del Terzo Reich.


Noto per la sua straordinaria e visionaria libertà espressiva, Kiefer è uno dei più innovativi e importanti artisti odierni. Il suo linguaggio condizionato da poesia, letteratura, filosofia, scienza, mitologia e religione è amato in tutto il mondo, dall’Occidente all’Oriente. Le sue opere sono tra le più ambite dai collezionisti, la sua cifra artistica è affascinante, fuori dagli
schemi, ricca di sfumature e di significati.
 

Il maestro tedesco fa parte di quella generazione chiamata a confrontarsi con il fardello del drammatico passato del proprio Paese, una sfida individuabile sin dalle primissime opere: nella serie “Heroische Sinnbilder”, lo stesso Kiefer è intento a imitare il saluto nazista “Sieg Heil”. Un lavoro indubbiamente provocatorio, ma soprattutto un appello contro la rimozione del passato collettivo.
 


Kiefer ha esplorato la sua identità e la sua cultura con molto coraggio: oltre alla parodia del braccio teso, ha decostruito l’architettura nazionalsocialista e le leggende eroiche germaniche. Ed è andato oltre, proponendo un percorso di introspezione sull’essere umano ed esplorando le connessioni tra passato, presente e futuro attraverso l’arte in tutte le sue forme: pittura, scultura, installazione e fotografia. In ognuna delle sue opere c’è un fattore imperativo: l’assenza di limiti, unita indissolubilmente all’indisponibilità al compromesso.
 


Apprezzato nei più importanti musei al mondo, Kiefer è stato protagonista anche al cinema grazie al documentario “Anselm” diretto da Wim Wenders (disponibile su Sky Arte e Now) che racconta il percorso di vita dell’artista tedesco, la sua visione e il suo lavoro di esplorazione dell’esistenza umana e della natura ciclica della storia. Non si tratta di un’agiografia e nemmeno di una biografia tradizionale: al centro di “Anselm” ci sono le sue opere d’arte, la complessità dei riferimenti nonché la spaventosa mole di lavoro dietro a ogni realizzazione.
 

 




 

Malgrado la sua veneranda età, che indurrebbe i più a concedersi il meritato riposo, Kiefer non ha alcuna intenzione di fermarsi. Uno degli appuntamenti più attesi del 2025 è la mostra organizzata ad Amsterdam dal Museo Van Gogh e dallo Stedelijk Museum, tra i primi ad acquistare le sue opere. 

 



Un appuntamento imperdibile che riflette il legame tra Kiefer e Vincent van Gogh, una delle sue principali fonti di ispirazione, e che propone nuove installazioni mai viste prima: tra queste “Sag mir wo die Blumen sind” (Dimmi dove sono i fiori), opera pittorica lunga 24 metri che dà il titolo all’esposizione e che rievoca i “Girasoli” vangoghiani.

Stefano Superchi

 


 


 

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