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22 novembre 2024

Massimo Mattioli, l’eclettismo fatto fumettista

 Massimo Mattioli

l’eclettismo fatto fumettista

 


Nel 1985 alla barriera doganale degli Stati Uniti vengono bloccate 1.500 copie di “Squeak the Mouse”, con la motivazione che sarebbe stato «materiale osceno e pornografico».
Lo raccontò nel 2019, nella sua ultima intervista, Massimo Mattioli, il fumettista che quell’opera l’aveva disegnata e sceneggiata.
 


Mattioli è stato un autore prolifico e universale, nel senso che ha toccato tanti generi e tanti “pubblici” lontanissimi fra loro, sia nel fumetto italiano che in quello internazionale.
Nel 1977 fondò con Stefano Tamburini la rivista di fumetto underground “Cannibale”, un progetto probabilmente troppo avanti per i tempi, che durò un paio di anni per 9 numeri complessivi, coinvolgendo fuoriclasse come Andrea Pazienza e Tanino Liberatore. Malgrado il relativo flop la rivista avrà una grande importanza perché aprirà la strada al periodico “Frigidaire”, caposaldo italiano del settore, edito per ben 28 anni.
 



È proprio per “Frigidaire” che Mattioli crea il suo «osceno e pornografico» “Squeak the Mouse”. In questa nuova rivista, realizzata sempre con Tamburini con l’aiuto di Vincenzo Sparagna de “Il Male”, collabora anche con il fumettista Filippo Scozzari.
 

 

Nelle storie il topo Squeak ingaggia col suo antagonista (un gatto) una lotta senza quartiere che spesso lo vede spiattellato e maciullato. Praticamente una versione truculenta di “Tom & Jerry” con sangue, squartamenti e decapitazioni che William Hanna e Joseph Barbera mai si sarebbero sognati di fare.
L’apparizione nel fumetto di corpi nudi femminili stabilisce, se mai ce ne fosse stato bisogno, una distanza abissale fra Squeak e Jerry, portando al massimo dell’iconoclastia questa parodia degli animali antropomorfi. 

 

Lo spirito bacchettone dei doganieri di Washington (di cui si parlava all’inizio dell’articolo) scatena qundi un polverone, ma Mattioli viene difeso dall’accusa di pornografia da Françoise Mouly, editrice della rivista statunitense di alternative comics “Raw” nonchè moglie del famosissimo fumettista Art Spiegelman.
Paradossalmente il caso e l’interessamento della Mouly gioca a favore di Mattioli e aiuta a far conoscere la vicenda al grande pubblico. Fra quelli che la seguono con maggior interesse sembra infatti esserci anche un certo Matt Groening, il papà dei “Simpson”. E non sembra un caso l’estrema somiglianza di Itchy & Scratchy, che in italiano diventeranno Grattachecca e Fichetto, la coppia di antagonisti omicidi, parodia granguignolesca di “Tom & Jerry” inserita all’interno dell’inossidabile serie sulla famiglia Simpson, con le storie di “Squeak the Mouse”.
 



Una coincidenza che mai nessun tribunale ha chiarito, soprattutto perché Mattioli non se n’è mai curato.
Anche perchè il topo omicida è soltanto una delle oscillazioni del suo pendolo creativo, che nel 1973 aveva già creato il fumetto del coniglietto rosa Pinky, pubblicato per oltre quarant’anni su “Il Giornalino”. 


 

Il pubblico infantile a cui si rivolge la pubblicazione stimola il fumettista a trovate poetiche stravaganti e magiche, come la stella che perde il suo gigantesco calzino puzzolente in una delle vie della città. E ancora prima aveva realizzato il leggiadro “M le magicien”, il «mago grande quanto un fiore», per la rivista francese “Pif Gadget”.





Mattioli è una centrifuga impazzita di creatività, nel 1993 pubblica le avventure del gatto nero “AWOP-BOP-ALOOBOP ALOP-BAM-BOOM” sulla rivista “Cyborg”, ma le storie comico fantascientifiche di “Joe Galaxy”, metà papero metà aquila, appaiono su “Il Male” già nel 1979.
 


Da ricordare anche le imprese splatter del supereroe “Superwest” uscite sulle pagine di “Frigidaire” nel 1981.
Un moto perpetuo creativo che oscilla tra delicatezza e storie estremamente crude, unite dal filo di un umorismo dissacrante e atipico che iscrive Mattioli fra le file degli irregolari della narrativa disegnata: l’unico incasellamento possibile per questo artista, uno dei simboli del fumetto alternativo italiano.

Stefano Superchi

 




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