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08 novembre 2024

Allons enfants, verso un cinema sociale

 Allons enfants,

verso un cinema sociale

 



C'era una volta il Cinema, a Casalmaggiore. Ce n'erano addirittura quattro: Eliseo, Zenith, Astoria, Don Bosco, sono nomi che diranno qualcosa ai meno giovani.

I tempi sono cambiati, le multisale, la tecnologia, i costi per la sicurezza, meno voglia di rischiare degli imprenditori del ramo, tutto ha concorso a fare tabula rasa. Ma ci sono piccoli segnali di resistenza; dopo le consuete rassegne estive all'aperto a cura di Emanuele Piseri nel cortile esterno del Museo Diotti, parte, domenica 10 Novembre alle 17:00, una nuova proposta di cinema di qualità.

Si tratta dell'iniziativa "Allons Enfants, verso un cinema Sociale", una rassegna di 4 film di qualità proposti dal Circolo Culturale "E. Defendi", che saranno proiettati in Santa Chiara, in via Formis 3 a Casalmaggiore.

L'ingresso sarà ad offerta libera e il mini ciclo di film coprirà quattro domeniche pomeriggio consecutive, dal 10 novembre al 1 dicembre. Si comincia con "Zéro de conduite" di Jean Vigo, si prosegue con "Patagonia" di Simone Bozzelli (con soggetto e sceneggiatura di Tommaso Favagrossa e dello stesso Bozzelli) il 17 novembre e "Il pianeta azzurro" di Franco Piavoli il 24 novembre. Chiusura in grande stile il primo di dicembre con "Pino, morte accidentale di un anarchico" di Dario Fo e Franca Rame.

 

10 novembre "Zéro de conduite"

 


 Zero in condotta narra la vita di alcuni studenti in un collegio, privati della libertà creativa dell'infanzia e sottomessi alle rigide regole dei sorveglianti adulti 'Bec-de-gaz' e 'Pète-sec'.

I sorveglianti sono a proprio agio solo all'interno del collegio, dove tutto è fissato in regole ben precise, mentre per i ragazzi la libertà è fuori. Quattro di loro, dopo essere stati puniti con uno 'zero' in condotta per la loro vivacità, proveranno a ribellarsi, grazie anche all'aiuto del nuovo sorvegliante Huguet, molto più vicino ai propositi giovanili che alla rigidità delle istituzioni. Il culmine dell'incomunicabilità fra adulti e ragazzi si avrà però il giorno della festa del collegio: davanti alle massime autorità sul palco, con in prima fila il governatore e il direttore del collegio, i collegiali in rivolta rovineranno la festa dei notabili, costretti a scappare e rifugiarsi al chiuso, mentre loro volteggiano finalmente liberi. Ogni scena del film sembra evocare un mondo che gli adulti non ricordano più: un volo di piume, uno scambio di cioccolata per firmare un patto, un cadavere magicamente risorto, una guerra di fagioli, una mappa per fuggire, una bandiera per sognare.

Massacrato dalla censura dell'epoca, il piccolo poema sulla memoria, di ispirazione autobiografica, dell'allora ventottenne Vigo, costituisce un irriverente apologo sulla contrapposizione tra la rivolta anarchica dell'infanzia e l'ordine borghese del mondo adulto. Un film "maledetto" che ha trovato negli anni successivi numerosi seguaci e imitatori.

 

17 novembre "Patagonia"

 

Nonostante abbia una ventina d'anni, Yuri viene trattato come un bambino dalle zie con cui vive in un paesino sulla costa adriatica dell'Abruzzo. Sarà l'incontro con Agostino, l'animatore che viene a lavorare a una festa per il cugino piccolo, a far scattare qualcosa in lui. Attrazione, desiderio di libertà, un interesse per lo stile di vita di un ragazzo che vive in camper e sembra non dover sottostare a nessun legame. Scappato di casa, Yuri si stabilirà in una comunità di gente simile ad Agostino, che vive alla giornata tra un rave e l'altro.

  Attorno alla presa di coscienza del giovane Yuri, che fin lì ha vissuto una vita nell'abbraccio ovattato e stringente di una famiglia dai contorni imprecisati, Bozzelli riesce soprattutto a evocare un mondo distinto di giovani che, in un Abruzzo svuotato e soporifero, vivono nella loro versione di una società alternativa. Agostino, che preso da solo con il suo camper e il lavoro con i bambini sembrava un esemplare unico, è in realtà parte di un sistema che si apre agli occhi di Yuri e inizia a presentargli delle scelte che il ragazzo non ha mai avuto prima.
Nel rapporto tra i due sta la sostanza dell'opera, che indaga come nascono i rapporti di potere, la dipendenza, la proiezione del proprio desiderio su quello dell'altro. Gli animali e le gabbie sono un motivo ricorrente, la corrente omoerotica e sentimentale è forse lasciata a un'eccessiva ambiguità, ma c'è del rigore autentico nel modo in cui Bozzelli mette in fila le piccole manipolazioni di Agostino, dotato di un istinto innato nel capire cosa l'altro è disposto a cedere per poi prenderselo col sorriso.

L'esordiente Augusto Mario Russi ha il giusto carisma per renderlo verosimile, e soprattutto sembra avere una conoscenza intima e naturale del milieu in cui si muove la storia. Il lavoro a quattro mani trova nel protagonista Andrea Fuorto un valido contraltare, più costruito, che delinea una condizione infantilizzata ma lentamente ricettiva alle esperienze del mondo, di cui si prende il bene come il male.

 

24 novembre "Il pianeta azzurro"



 Il film è un canto d'amore alla vita con le sue tenere e bellissime immagini sulla luce, i fiori, l'acqua, il sole, il contrasto con la vita che ci circonda piena di caos, rumore, grida. Seguendo il ciclo delle stagioni è mostrato il paesaggio di campagna, dal risveglio della vita dopo le gelate invernali alle fioriture della primavera, il calore estivo nel lavoro dei campi e il crepuscolo dell'autunno. L'uomo si confronta con la natura nel susseguirsi delle stagioni e nei momenti essenziali della sua esistenza: l'infanzia, l'amore, il cibo, il lavoro, il dolore. Anche la morte è rappresentata dolcemente.


 

1 dicembre "Pino, morte accidentale di un anarchico"


Dario Fo sfida depistaggi e menzogne attorno al caso di Giuseppe Pinelli, il ferroviere anarchico morto cadendo da una finestra della questura di Milano dopo la strage di Piazza Fontana. Il premio Nobel lo fa dal teatro provando a restituire almeno in parte giustizia a un uomo innocente. Dario Fo e Franca Rame rimasero molto colpiti da questa storia. Rappresentarono, per la prima volta, questa commedia a Varese, il 5 dicembre del 1970. Da quel momento in poi, lo spettacolo causò più di 40 processi alla coppia, che per poterla rappresentare spostò l’ambientazione negli Stati Uniti degli anni ’20, sostituendo alla figura di Pinelli quella di Andrea Salsedo, amico di Bartolomeo Vanzetti.

 

Stefano Superchi

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