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27 settembre 2024

Rinascimento Giapponese. L’ascesa vertiginosa fra cinema, tv, sport e arte.

 Rinascimento Giapponese
L’ascesa vertiginosa fra cinema, tv, sport e arte


Premessa

GIAPPONE: INFLUENZE ARTISTICHE, STORICHE E CULTURALI NELL’EUROPA DEL XIX E XX SECOLO FINO AD OGGI


Nella seconda metà dell’800 fino a circa il 1920 la cultura e l’arte giapponese influenzano artisti, letterati, musicisti e architetti europei tanto da dare vita a quello che fu chiamato Japonisme, in italiano Giapponismo. L’attrazione per il Giappone è parecchio sentita dai pittori francesi ma anche nel resto dell’Europa grazie a ceramiche, stampe, ed arredi da giardino sopraggiunti in Europa tramite la Compagnia delle Indie. Tra il 1850 e il 1870 esplode la moda di collezionare opere d'arte giapponesi, in particolar modo le stampe ukiyo-e, che significa "immagine del mondo fluttuante", un genere di stampa artistica bidimensionale impressa su carta con matrici di legno.

 


Le prime xilografie si diffusero, dapprincipio, grazie al commercio di vasi e ceramiche, con cui questi venivano avvolti e impacchettati. I preziosi fogli erano spesso i celebri manga di Hokusai o altre brillantissime stampe di Utamaro e Hiroshige che tanta influenza ebbero sugli Impressionisti. E’ spesso la donna a rappresentare l’estetica giapponese in Occidente in quanto incarna gli ideali di bellezza ed eleganza, il lusso e talvolta la tristezza, la solitudine la fragilità. Possiamo dire che l’attrazione per questa terra, piena di fascino e cultura, trova spazio in molteplici forme d’arte: pittura, incisione, letteratura, arredamento, moda, design, fumettistica, tecnologia e tanto altro. Ancora oggi, quando si pensa al Giappone, lo si immagina magico e misterioso, “il mondo fluttuante” che continua ad influenzarci non solo tramite l’arte ma anche come stile di vita cosicché la religione, lo yoga, le arti marziali, il rito del te, gli origami, la filosofia zen e l’alta tecnologia sono entrati a far parte della vita occidentale.

 


STORIA: HIROSHIMA E NAGASAKI
La storia purtroppo ci riconduce al terribile episodio dello sgancio della bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki avvenuti rispettivamente il 6 e il 9 agosto 1945. Non mi soffermerò ad analizzare le dinamiche e le strategie belliche che hanno portato gli allora signori della guerra a questa scelta tremenda e tragica, piuttosto voglio analizzarne le conseguenze. Premesso che ritengo che ogni guerra sia aberrante, sono altresì convinta che la memoria sia fondamentale affinché certi errori non vengano ripetuti. Lo sgancio della bomba atomica sulle due città giapponesi non uccise solo circa 200.000 persone, per la maggior parte civili, ma lasciò segni pesanti sui sopravvissuti e sulle generazioni seguenti. Gli HIBAKUSHA, cioè i sopravvissuti, hanno subito conseguenze pesanti, le ustioni, le malattie dovute alle radiazioni, il trauma psicologico fino alle discriminazioni negli ambienti di lavoro, in quanto viene data loro la precedenza di assunzione e alla vita privata perché difficilmente chi è discendente di sopravvissuti rischia di mettere al mondo figli per paura che i danni delle radiazioni assorbite, come malformazioni o malattie gravi, si trasmettano ai nascituri.

La cosa più grave è che purtroppo si sta prestando sempre meno attenzione alla memoria, e le commemorazioni a ricordo sono sempre meno partecipate. Riporto di seguito alcune parole del discorso di Barack Obama, il primo e unico presidente recatosi ad Hiroshima a rendere omaggio alle vittime.

“Veniamo a riflettere su una forza terribile scatenata in un passato non lontano. La morte cadde dal cielo e il mondo cambiò, dimostrando che l'umanità possedeva i mezzi per autodistruggersi. Dobbiamo avere il coraggio di uscire dalla logica della paura e cercare di realizzare un mondo senza armi nucleari. Ricordiamo tutti gli innocenti uccisi nel corso di quella terribile guerra. Abbiamo una responsabilità comune: guardare in faccia la storia. E per i Paesi nucleari, c'è in particolare la responsabilità di ridurre il rischio di catastrofi.”
(B. Obama)

 


INFLUENZE GIAPPONESI IN ITALIA: LA MODA
Anche la moda come l’arte viene contagiata dalla passione per il Giappone. In Italia il settore dell’abbigliamento dimostra interesse per l’esotismo giapponese a partire dai primi del 1900 quando tra le signore delle classi sociali più elevate, si diffonde la moda del kimono. L’abito tradizionale giapponese viene apprezzato per la sua comodità e indossato quasi esclusivamente come veste da camera. Inizialmente i kimono giapponesi vengono importati in Italia tramite il mercato francese. Infatti su “La scena illustrata”, rivista quindicinale di Arte e Letteratura, compaiono le pubblicità dei kimono Sada Yacco”, “eleganti vesti da camera” di cui si poteva fare richiesta, via posta, ai grandi magazzini “Mikado” di Parigi.


Ben presto si comincia a produrre i Kimono direttamente in Italia; sulle riviste femminili italiane di quegli anni vengono presentate vesti da camera di produzione nazionale che hanno il taglio e le decorazioni dei kimono. Il “Corriere delle Signore” nel 1913 propone una “vestaglia di broccato” dalla linea dritta, con lunghe maniche pendenti simili a quelle dei furisode (maniche svolazzanti) e dotata di un’alta cintura simile all’obi mentre il tessuto era decorato con le rondini, motivo iconografico tipicamente giapponese.

 La passione per lo stile “Jappo” nella moda italiana si attenua dopo gli anni venti per poi riesplodere negli anni ’70 influenzando parecchi stilisti e perdura tutt’ora.

 


 LO STILE GIAPPONESE NELL’ARREDO E NEL DESIGN
Se dal 1850 al 1920 circa il Giapponismo ha influenzato in larga parte tutte le arti figurative fino ad essere da alcuni considerato parte importante della nascita dell’ impressionismo, dal secondo dopoguerra ai giorni nostri la passione per il paese del sol levante arriva a suggestionare il nostro stile di vita entrando dalla porta di casa nostra e spingendosi fino allo sport, alla religione, all’uso delle tecnologie e al cibo. Se all’inizio del ‘900 si amava decorare la casa con oggetti e vasellame in stile nipponico oggi parecchi interior designers vi si ispirano in toto progettando abitazioni con ampie zone giorno open space, arredamenti minimal dai colori neutri, finestre grandi con vista sul giardino verde, piccoli oggetti con fonti di acqua che generano un ambiente di tranquillità e tecnologia domotica. La natura è molto presente nella cultura giapponese: mobili con legno di diversi tipi, molte piante e oggetti per rendere omaggio all’elemento dell’acqua non possono mancare. 


 

RELIGIONE, EDUCAZIONE FISICA E ALIMENTAZIONE:
IL DIFFONDERSI DELLA CULTURA ZEN

La nostra è una società ossessionata dalla velocità, dalla mancanza di tempo, dal fare sempre di più, siamo treni in corsa, troppo impegnati per vedere cosa ci passa accanto mentre viaggiamo alla massima velocità Nella salute, nel modo di mangiare, nel lavoro, nelle relazioni e nell’ambiente, stiamo correndo. E così stress, depressioni, problemi alimentari, sovrappeso, stanchezza già dal mattino sono i principali segnali che ci invitano a rallentare, a fermarci. Dall’esigenza di rimettere in equilibrio mente e corpo ecco che si è iniziato a rivolgersi al Giappone, la cui cultura, da millenni, pone molta attenzione a questo aspetto.

 


Karate, judo, tai-chi, yoga, meditazione, musica rilassante, cucina orientale priva di grassi, sushi, tisane, massaggi olistici, giardinaggio, letture zen sono diventati di gran moda. Per quanto siano aspetti di una cultura diversa dalla nostra, se praticati senza fanatismo, possono davvero aiutare ad abbassare il nostro livello di stress e aiutarci a smaltire tutta la tensione accumulata durante la giornata a causa dei ritmi impazziti. A volte basta davvero poco, un’oretta dedicata a una delle pratiche sopracitate e ci si sente meglio.

Giovanna Anversa


Rinascimento Giapponese



Un mese prima della clamorosa vittoria agli Emmy Awards della serie tv “Shogun”, il governo giapponese aveva istituito il comitato per la promozione dell’industria dell’intrattenimento. Uno strumento per aiutare la tendenza che ha portato il Giappone a un’ascesa vertiginosa fra le superpotenze dell’arte.
 


Cinema, tv, sport, arte: il Paese che da trent’anni viene dipinto come una nazione in declino, in crisi demografica, intristito dalla perdita di competitività internazionale  (all’inizio di quest’anno è stato superato dalla Germania come terza economia mondiale ed è tallonato dall’India) vive ora una nuova stagione di grande ribalta culturale.
 



Shogun”, la serie tv targata Disney+, ha vinto addirittura 18 premi agli ultimi Emmy Awards, tra cui quello come miglior dramma. Una vittoria che il governo di Tokyo non ha esitato a definire «culturale» ed emblematica della ritrovata rilevanza del Giappone sulla scena mondiale. Ambientato in un Giappone feudale animato da suggestioni mitologiche, intrecci politico-sentimentali, “Shogun” è recitato quasi interamente in lingua giapponese. «È un fatto abbastanza comune che episodi di inquietudine sociale ed economica possano incentivare una maggiore esigenza di espressione e creatività» spiega Giorgio Amitrano, professore ordinario di Lingua e letteratura giapponese all’Università degli StudiL’Orientale” di Napoli nonché traduttore in italiano delle opere di Banana Yoshimoto e Haruki Murakami.
 


Il successo che critica e pubblico hanno tributato a “Shogun”, ma anche alla serie anime “Blue eye samurai” (premiata con un Emmy), sta proprio nel suo essere espressione autentica di linguaggio, narrazione e cultura giapponese. «La scelta di far recitare il cast in lingua originale è stata vincente: il giapponese ha sonorità singolari e spiccate e questo ha conferito unicità alla serie tv, oltre alla cura nell’ambientazione e alla precisione nei riferimenti geografici e storici» sottolinea Amitrano.
 


Questa rinascita sta riguardando anche lo sport: nel medagliere finale delle recenti Olimpiadi di Parigi il Giappone si è classificato terzo. Era già successo ai Giochi di Tokyo 2020, ma ovviamente in condizioni completamente diverse. Una conferma quindi, per un Paese che a Rio 2016 fu solo sesto e che nello sport trova una delle principali soddisfazioni alla dote condivisa dell’impegno: «Il successo a Parigi ha ribadito una presenza forte sul piano culturale nel senso più ampio. Lo sport in Giappone è disciplina, impegno e determinazione» osserva Amitrano.



I manga nuovamente sulla cresta dell’onda e gli anime sempre più diffusi, grazie anche alle piattaforme di streaming, completano una scena che conferma alcuni tratti caratteristici dell’influenza culturale giapponese: «Si tratta di narrazioni semplici e immediate dal punto di vista grafico, ma ricche di fantasia e sottotesti nelle trame» spiega Amitrano. «Il Giappone contemporaneo affascina perché appare ‘vicino’ allo stile occidentale per tanti aspetti, ma allo stesso tempo è diverso perché in grado di mantenere tradizioni e caratteristiche che lo rendono unico».



 a cura di Stefano Superchi

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