LE GRAND MEAULNES. Il romanzo per ragazzi che ti accompagna per tutta la vita.
“Il arriva chez nous un dimanche de novembre 189…
È l’incipit de "Il Grande Meaulnes" un libro “ricco” di cui poco si parla anche se dopo “Il Piccolo Principe”, è il secondo romanzo francese più tradotto al mondo. Viene inoltre citato ed omaggiato da Kerouac in “On the road”, ha ispirato due film nonché il mondo della musica e del teatro. Scritto da un giovanissimo Alain Fournier (nom de plume di Henri Alban Fournier) alla vigilia della Prima Guerra Mondiale, dove troverà la morte a soli 27 anni, comparve per la prima volta a puntate sulla rivista Nouvelle Revue Française nel 1913 per essere poi pubblicato dall’editore Émile-Paul. In parte autobiografico, ha tutta l’aria di un romanzo di formazione ma in verità è molto di più: fascino, mistero, avventura, viaggio, amicizia, amore sono solo alcuni degli elementi chiave. La storia è narrata in flashback dal protagonista François Seurel che ricorda il suo passaggio dall’infanzia all’adolescenza segnato dall'incontro con colui che diventerà l’amico di una vita, Augustin Meaulnes.
È il libro che, se letto in gioventù, porta in tutti i mondi sognati e in tutte le sfere emotive possibili, per poi rimanere, nell’età adulta, ancora una bibbia onirica, una fonte dissetante da cui abbeverarsi allorquando si necessita di rievocare la magia acquietatasi, ma mai scalfita, della giovinezza coi suoi turbamenti e le sue punte di piacere. Il diciassettenne Augustin Meaulnes è il tipico giovanotto carismatico e ipnotico che tutti cattura, emulato e rincorso a prescindere; affascinati e trascinati dal suo carattere avventuroso e misterioso, dalle sue qualità di leader è l’amico “per sempre” che tutti sogniamo.
I due si incontrano all’inizio dell’età adolescenziale, quando Meaulnes viene affidato ai genitori di François Seurel, entrambi insegnanti e gerenti di una piccola scuola-convitto di campagna a Sainte-Agathe, nel sud est della Francia. Fin dalla prima sera François è rapito dalla personalità di Augustin che percepisce subito come “grande” senza spiegarsi perché, attirato con forza dai tratti di uno spirito libero e inquieto che presto catturerà anche gli altri coetanei. Il legame che immediatamente si crea tra Augustin e François, il secondo più pacato per natura e un po’ perché afflitto da una coxalgia, sarà unico e inscindibile per tutta la vita.
Ma la tranquillità della vita di paese troppo contiene il fuoco che brucia l’animo del grande Meaulnes, il quale, appena si presenta, coglie l’occasione di sfuggire alla monotonia quotidiana di quel piccolo mondo avvolto dalla brughiera. Accade che Monsieur Seurel chiede a due degli studenti di andare a prendere i suoi suoceri alla stazione di La Gare, e nonostante non sia stato scelto, Augustin prende in prestito un calesse e parte. L’innocente bravata però, evolve inaspettatamente in una vera e propria avventura che lo porta prima a una vecchia colombaia e poi in un castello, dove si sta celebrando una festa in maschera, in onore di due futuri sposi, assai strana, in cui i bambini danno gli ordini e tutto sembra ammantato di un’aura di mistero.
Nella confusione di maschere e personaggi singolari, nell’atmosfera talmente lontana dalla realtà da chiedersi se è vera o sogno, Augustin scorge per pochi istanti una maschera dietro la quale una ragazza, Yvonne, cattura il suo cuore e scompare. Tornato a Sainte Agathe dopo tre giorni, dove trova tutti preoccupati ad attenderlo, racconta tutto a François e si rende conto di non ricordare più la strada per il castello, unico riferimento per ritrovare la ragazza. Ha vissuto realmente quella magica notte, o stremato per essersi perso, è caduto in un sonno profondo che lo ha fatto sognare? Sta di fatto che la ricerca di questo luogo incantato, per certi versi infantile ma pieno di misteri e di bizzarre storie aggrovigliate tra loro, diventa l’ossessione di Meaulnes che per anni cercherà di rintracciare la sua amata, affrontando e soccombendo brevemente al fascino di Parigi, simbolo dell’età adulta e della corruzione morale.
Attraverso i capitoli, assistiamo alla crescita di Augustin Meaulnes, alle sue bravate e alle sue avventure quasi rocambolesche attraverso una storia sospesa in un tempo indefinito (vedi la data non completa dell’incipit) come indefinibile è la giovinezza. Il mondo in cui si muovono Meaulnes e Seurel, è un placido misto di fantasia e realtà, un susseguirsi di piccoli paesini e casolari isolati, immersi in una natura amichevole; la tranquillità viene spezzata dai loro racconti notturni, che però viaggiano a metà strada tra la vita e il sogno. Animati da due spinte, spesso in opposizione tra loro, il richiamo dell’avventura e l’amore a cui tendono e da cui fuggono in un continuo gioco altalenante, i due giovani diventano adulti insieme dentro a una narrazione che procede in un'atmosfera onirica, il cui faro illuminante è rappresentato dall'amicizia commovente che li lega.
La perdita dell'orientamento geografico rappresenta la perdita dell’ingenuità e della spensieratezza di fanciulli che lasciano spazio alle incertezze, alla ricerca di sé stessi e del proprio posto nel mondo; e così i due amici partono per un viaggio fisico e metaforico di crescita e scoperta. La trama accompagna il lettore nell’evoluzione del loro rapporto d’amicizia che diventa sempre più adulto e più vero, in cui l'uno si rispecchia nell'altro: mentre Augustin cerca di tornare nel luogo in cui ha incontrato Yvonne, François cerca di ricordare, di tornare indietro nel tempo, per evocare e poterci raccontare i loro momenti felici.
Ma per capire ed assorbire il fascino di queste pagine bisogna entrare un po' più in profondità. Il Grande Meaulnes non tratta solo di amicizia o di ricerca dentro e fuori sé stessi, affronta anche il tema doloroso del distacco e della perdita: la perdita dell'innocenza, dell'amore, del contatto fisico con gli affetti, a volte del ricordo stesso per non parlare di quando deve separarsi dall’amico. Meaulnes, nelle parole di François, sembra quasi un fantasma, un espediente letterario per raccontare in una storia altre ragioni di vita, tra le quali spicca l’importanza di un legame unico che unisce due cuori differenti e complementari. Se Meaulnes ci appare come un ragazzo avventuroso, coraggioso, inquieto e carismatico, François dal canto suo pare essere spettatore e al tempo stesso spalla indispensabile dell’amico, dettaglio che lo rende certamente un narratore originale, pur non riuscendo a sorprendere come Meaulnes.
Tutta la narrazione corre sul binario doppio di fantasia, in cui amicizia e amore sono al massimo della potenza, e realtà in cui sembrano perdere forza ma solo per un attimo:
“Quando mi tese la mano per congedarsi, fra di noi c'era più chiaramente che se avessimo scambiato molte parole, un'intesa segreta che solo la morte poteva infrangere e un'amicizia più sconvolgente di un grande amore”
La vita li prende ancora bambini, li unisce, li porta nell’adolescenza, nell’età adulta e li divide fisicamente senza separarli mai
"Et déjà je l'imaginais, la nuit, enveloppant sa fille dans un manteau, et partant avec elle pour de nouvelles aventures."
L’AUTORE
Nasce il 3 ottobre 1886 a La Chapelle-d’Angillon in Francia. Figlio di insegnanti, trascorre l'infanzia in Sologne e nel Basso Berry. Nel 1903, si iscrive al liceo Lakanal, a Sceaux, vicino a Parigi, per preparare il concorso di ammissione all'École Normale Supérieure che però non riesce a superare. Un giorno, durante una breve passeggiata lungo la Senna incontra Yvonne de Quiévrecourt, che diventa il primo grande amore della sua vita da cui trae ispirazione per creare il personaggio di Yvonne de Galais. Lei però non ricambia e sposa un altro. Dal 1908 al 1909 presta servizio militare dopo di che, tornato a Parigi, ottiene un posto di redattore al Paris-Journal e più tardi diviene segretario del politico Casimir Perier; in questo periodo, 1912, inizia a scrivere Il Grande Meaulnes. Nell’agosto del 1914 parte per il fronte e nel settembre dello stesso anno trova la morte a Verdun. Dato per disperso viene ritrovato in una fossa comune nel 1991; identificato oggi riposa nel cimitero militare di Saint-Remy La Calonne.
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